ANNO 14 n° 110
I lavoratori del distretto ceramico protestano
Crisi della ceramica
La fabbrica Catalano
conferma 22 esuberi
A vuoto l'incontro azienda-sidacati

CIVITA CASTELLANA - È muro contro muro tra la Catalano e i sindacati sugli esuberi. Nell’incontro del 15 ottobre la ceramica Catalano ha confermato la scelta di proporre i 22 esuberi ma i sindacati avvertono che non accetteranno questa soluzione. È quanto si apprende dalla Filctem Cgil Viterbo che era presente al tavolo delle trattative nella sede di Unindustria di Viterbo.

Sempre secondo quanto riferisce la Filctem Cgil l’azienda avrebbe detto che il piano rappresenta la condizione per una migliore organizzazione di impresa. Pur comprendendo le ragioni della Catalano l’opinione del sindacato è quella che l’azienda può ancora avvalersi della mobilità volontaria, degli ammortizzatori sociali attivando il contratto di solidarietà o la cassa integrazione, con il conseguente ed eventuale ricollocamento dei lavoratori in esubero che resterebbero in organico, senza così determinare condizioni di sofferenza per le famiglie dei lavoratori.

''Il nostro punto di partenza è che nessuno rimanga senza lavoro – ha ribadito il segretario della Filctem Cgil Viterbo Valentino Vargas – la Catalano può e deve far ricorso ad azioni meno traumatiche in alternativa agli esuberi, attraverso il contratto di solidarietà o la cassa integrazione. Questa è la nostra proposta e la ribadiremo anche nel prossimo incontro''.

Il confronto quindi va avanti con un nuovo incontro fissato per il 3 novembre. Intanto ieri all’assemblea dei lavoratori sull’aggiornamento della trattativa in corso, il giudizio è stato unanime: è stato confermato lo sciopero se nell’incontro del 3 novembre non verranno proposte da parte dell’azienda soluzioni meno traumatiche.

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