ANNO 14 n° 117
Il presidente della Fondazione Carivir Mario Brutti
Cassa di Risparmio
Divorzio consensuale
Fondazione-Banca
Il presidente Brutti: ''In prospettiva
potremmo cambiare nome''

di Roberto Pomi

VITERBO - Fondazione Carivit esce dalla Cassa di Risparmio di Viterbo. ''Non ci sarà alcuna ripercussione sulle attività che svolgiamo sul territorio. La decisione è maturata all’interno del piano di acquisizione della Carivit da parte del gruppo Intesa-Sanpaolo. Anziché subire l’acquisizione abbiamo preferito trattare e cedere il nostro 11,9% di azioni'', spiega così lo stato dell’arte il presidente Mario Brutti.

La Fondazione ha ottenuto dall’operazione un importo complessivo pari a quasi 19 milioni di euro. Si tratta di un terzo del suo intero patrimonio, i restanti due terzi sono già investiti in titoli. Anche questi nuovi milioni di euro ''liberati'' saranno investiti nella maniera più opportuna e ritenuta più proficua.

Fino a oggi le azioni della banca avrebbero dovuto rendere dal punto di vista della ridistribuzione degli utili, ma ''sono due anni – spiega Brutti – che questo non avviene''. Quindi nelle casse della Fondazione non ci saranno ripercussioni negative. Tutta la manovra può essere riassunta come un trasferimento d’investimenti, tra l’altro obbligato dal fatto che Carivit non esisterà più diventando tutto Intesa-Sanpaolo.

A questo punto l’operazione d’acquisizione della Cassa di Risparmio passa anche per l’acquisizione del 9% delle azioni in mano a circa 2mila piccoli azionisti. Per i quali verrà accordato lo stesso prezzo che ha regolato l’accordo con la Fondazione.

Un capitolo particolarmente interessante della vicenda riguarda il patrimonio artistico di proprietà della Carivit. Si tratta di trentacinque quadri di pittori romani e viterbesi. Da Matteo Giovannetti a Romanelli, passando per un Pastura e una nutrita collezione d'arte moderna e contemporanea. La Fondazione è riuscita a far comprendere nella trattativa con Intesa-Sanpaolo anche un comodato d’uso gratuito di questo patrimonio, in maniera tale da far rimanere le opere d’arte a Viterbo.

Il comodato gratuito è previsto per trenta anni, ma ''è prevedibile – spiega Brutti - che al termine di questo periodo Intesa-Sanpaolo opti per una donazione alla Fondazione. Un punto di domanda che si pone è: l’ente di Palazzo Brugiotti continuerà a chiamarsi Fondazione Carivit? Brutti: ''Per il momento sì, fa parte della nostra storia. Per il futuro decideremo, ma non è una questione della massima urgenza''

Facebook Twitter Rss