ANNO 14 n° 89
Manifestazione Cgil, boom di adesioni dai lavoratori del distretto

VITERBO - Adesioni ben oltre ogni ottimistica previsione sono state raccolte dalla Filctem Cgil Viterbo alla manifestazione nazionale sul lavoro indetta dalla Cgil per sabato 25 ottobre a Roma. Tantissime le richieste di partecipazione dei lavoratori del Distretto ceramico di Civita Castellana. Sono stati riempiti in poco meno di una settimana cinque pullman e le adesioni continuano a salire tanto che si è in attesa di riempire anche il sesto.

La Cgil attraverso la manifestazione si pone l’obiettivo di rispondere al prepotente attacco del Governo Renzi il quale sta nuovamente utilizzando la crisi per ridurre le tutele del mondo del lavoro attraverso la riforma dell’art. 18. Opinione largamente condivisa dai lavoratori del distretto di Civita Castellana che, già nell’assemblea pubblica promossa dalla Filctem Cgil il 3 ottobre scorso e nelle varie assemblee organizzate in questi giorni, hanno ribadito un no convinto alla riforma dell’art. 18 in quanto toglie la libertà di espressione all’interno del posto di lavoro, scavalcando i diritti sacrosanti dei lavoratori per tornare ad una forma di lavoro servile.

“Il Distretto di Civita Castellana partecipa con convinzione alla manifestazione nonostante le difficoltà del momento - ribadisce il segretario della Filctem Cgil Viterbo Valentino Vargas – le numerose

adesioni raggiunte sono il segno che i lavoratori non condividono l’atteggiamento del governo Renzi non comprendono la scelta di modificare lo Statuto dei lavoratori. Provvedimento che se venisse attuato scavalcherebbe la dignità dei lavoratori. Sulla scia della manifestazione nazionale del 2002, quando la Cgil radunò al Circo Massimo milioni di lavoratori per protestare contro la riforma del lavoro dell’allora governo Berlusconi, scendiamo in piazza per dire no alle politiche di governo attuate da Renzi che se la prende ancora una volta con i diritti fondamentali dei lavoratori. Un disegno scellerato che mette in contraddizione il diritto al lavoro e che se non arginato e respinto con forza renderà i lavoratori ancora più deboli”.




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