ANNO 14 n° 117
Nuove segnalazioni sul finto pellegrino: ''E' ospite da noi''
Zeev Harel in un campeggio di Bracciano

(S.C.) Continua a “mietere vittime” il sedicente pellegrino israeliano Zeev Harel, arrivato a Viterbo appena due settimane fa dichiarando di aver percorso 14mila chilometri a piedi in quattordici mesi per onorare un voto per la guarigione del figlio, sopravvissuto ad un cancro al cervello.

Dopo essere stato ospitato dal Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani di Viterbo (Masci), l’uomo ha continuato il suo presunto pellegrinaggio approdando a Bracciano, dove è stato accolto dal camping “Roma Flash”.

“Una settimana fa alcuni guardaboschi mi hanno chiesto se potevo ospitare un uomo che avevano trovato accampato nei pressi della mia struttura – ha detto il proprietario del camping -. Toccato dalla sua storia non ho avuto problemi ad offrirgli uno dei bungalow che avevo a diposizione nel campeggio, come anche pasti gratis al ristorante ed al bar. Con il passare dei giorni, però, ho iniziato ad avere dei dubbi su quanto affermava e ho deciso di fare alcune ricerche su internet”.

“Ho travato alcuni blog francesi in cui diverse persone denunciavano che l’uomo non era affatto un pellegrino – ha continuato il titolare – e che addirittura si era approfittato della loro ospitalità per rubare in casa. Sono venuto a conoscenza poi del suo passaggio a Viterbo e così ho avuto la conferma di essere stato preso in giro”.

“Ora mi trovo davvero in difficoltà – ha concluso affranto il proprietario del camping -, perché non sembra assolutamente voler lasciare il campeggio e sono molto combattuto sul da farsi. Con i suoi modi è riuscito a raggirarmi e questo mi ha veramente deluso, perché non si deve assolutamente approfittare della bontà delle persone”.

Zeev racconta a tutti di avere una moglie di 35 di nome Manuela e quattro figli: Davide di 16 anni, Michele di 14 e due gemelle etiopi di 8 anni. Dieci anni fa, Michele si sarebbe ammalato di cancro al cervello. Così l’uomo avrebbe fatto un voto, promettendo che se il bambino fosse guarito avrebbe viaggiato sulla via Francigena a piedi, visitando i maggiori santuari per rendere onore a Dio della grazia ricevuta. Tutto questo senza portare soldi con sé, ma solo un paio di scarpe, uno zaino con il necessario per accamparsi e il suo amico a quattro zampe Leo.

Per fare questo “pellegrinaggio”, però, è necessario che qualcuno lo ospiti ed è quello che continua a succedere...




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