ANNO 14 n° 115
Talete, i lavoratori alzano la voce
''Abbiamo fatto il nostro dovere, la responsabilità è degli amministratori''

VITERBO - I lavoratori della Talete fanno sentire la loro voce. In un comunicato inviato alle redazioni dei quotidiani ci tengono a precisare che la situazione che si è venuta a creare no è da addebitare alle loro responsabilità. Il problema si trascina da anni e nonostante tutto ''nel bene e nel male, con professionalità ed impegno, abbiamo garantito l’arrivo dell’acqua nelle case; dalla sorgente al rubinetto sia che l’acqua è buona oppure no il lavoro e l’impegno è sempre lo stesso'' scrivono.

Poi spiegano come si è arrivati alla situazione attuale: ''Il problema dell’arsenico è stato evidenziato dalla Comunità Europea dal 2001, gli amministratori dei comuni e della provincia ne erano a conoscenza, o avrebbero dovuto esserne a conoscenza. Non hanno fatto nulla quando la gestione dell’acqua era a carico dei comuni e non hanno fatto nulla quando hanno affidato la gestione alla Talete che è una società a capitale pubblico. La Talete è il soggetto gestore pera nel totale rispetto delle scelte programmatiche, determinate attraverso atti formali dei sindaci e del presidente della provincia, quindi la scelte riferite agli investimenti piuttosto che alle tariffe attengono esclusivamente ai soci, i soci avevano ed hanno l’obbligo di esercitare il “ controllo analogo”, ossia l’obbligo di controllare la gestione della Talete, come dovrebbero controllare la gestione dei propri comuni per i sindaci e della provincia per il presidente''.

La conclusione dei lavoratori è amara: ''Le campagne mediatiche e populistiche non servono, anzi vanno solo a danno della buona fede della gente e a danno del servizio idrico, dei cittadini utenti e delle persone che ogni giorno in Talete fanno il proprio lavoro''.



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