ANNO 14 n° 88
A Viterbo la giornata internazionale della lotta contadina
Appuntamento il 17 aprile in piazza del Sacrario
15/04/2014 - 18:28

VITERBO - Il 17 aprile si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale delle Lotte Contadine.

Nonostante siano ancora oggi loro (e non, come molti credono, l’agroindustria) quelli che producono il 75% del cibo che sfama l’umanità, i contadini su piccola scala, che praticano un’agricoltura di basso o nullo impatto ambientale, sostenibile, tradizionale, legata al e rispettosa del territorio, rivolta alle comunità locali, dimensionata sul sostentamento delle famiglie che la praticano e non sulla ricerca del profitto o sulla crescita economica fine a sé stessa, subiscono ogni giorno la pressione di poteri ed interessi che sempre meno oggi conoscono limiti e confini.

Nell’occupazione del pianeta da parte del Mercato Globale, il cibo da alimento per vivere diventa un prodotto commerciale, una merce come un’altra, e sempre più un oggetto di speculazioni finanziarie per cui giochi di borsa su computer a New York o a Londra possono ridurre alla fame intere popolazioni in Africa o in Sudamerica nullificando il valore di ciò che hanno prodotto in un anno di lavoro. La terra, a milioni di ettari, è accaparrata dalle grandi aziende transnazionali di Paesi con enormi disponibilità finanziarie nella forma che oggi prende il nuovo colonialismo, col fenomeno del land-grabbing: compagnie saudite, del Golfo, cinesi, russe, brasiliane, indiane ed occidentali (comprese alcune italiane, ad esempio in Madagascar) vanno acquisendo territori sterminati nei cosiddetti Paesi “in via di sviluppo” per cifre ridicole, con la promessa di portare questo “sviluppo” e posti di lavoro mentre i villaggi delle popolazioni locali devono sloggiare per fare posto ad immense monocolture destinate all’esportazione e spesso nemmeno al cibo bensì agli agrocarburanti. Le sementi, da sempre ricchezza, eredità, sapienza e garanzia di indipendenza e di futuro per le comunità contadine e rurali vengono privatizzate con diritti esclusivi di proprietà intellettuale, soggette a Copyrights, rubandole ai popoli che le hanno selezionate attraverso i secoli. Al posto del cibo sano, genuino, al posto della dieta appropriata alla stagione, al clima, al territorio ed alla cultura di ogni paese ci troviamo nel piatto prodotti industriali finti, colorati ma dotati di scarso sapore ed ancor minore sostanza, pieni di additivi chimici, non fatti per nutrire, ma per far arricchire quella manciata di superaziende globali che detengono la Grande Distribuzione. E qui in Europa – e per quanto ancora? – siamo pure fortunati non avendo ancora le coltivazioni transgeniche in casa, come ormai è purtroppo normale in molti Paesi del mondo a cominciare dagli USA (…ma in Brasile, Argentina, Cina, India…). 

''Il 17 aprile - dicono gli organizzatori - celebriamo la Giornata Internazionale delle Lotte Contadine a Viterbo, in Piazza del Sacrario dalle 9 alle 22 per onorare la memoria dei 19 contadini uccisi in Brasile nel 1996 perché lottavano per difendere il diritto alla terra ed alla giustizia sociale, ma anche per festeggiare che in questa Italia così immersa in una crisi profonda, che è di senso, di modelli di riferimento, prima ancora che economica, nonostante tutto, di contadini ce ne sono ancora. Ci siamo ancora. Nonostante il fatto che per decenni si sia voluto rimuovere e negare le proprie radici trattando la stessa parola contadino come fosse un’offesa, sinonimo di arretrato, ignorante, residuale. Nonostante che le politiche agricole nazionali tendano a dimenticare questa figura, perfino più di quanto già non facciano quelle europee, portandola di fatto all’estinzione nel favorire sistematicamente l’agroindustria (che rappresenta in realtà solo una piccola minoranza – circa il 20% - delle aziende agricole italiane). Nonostante si assista ogni anno di più al degrado del territorio, all’abbandono di terreni e casolari, alla precarietà degli equilibri idrogeologici, alla perdita di biodiversità agricola e non solo, all’impoverimento del paesaggio, mentre non sembra si capisca a sufficienza che tutto ciò è dovuto proprio alla scomparsa dei contadini. Nonostante che le normative sulle trasformazioni alimentari e sulla vendita siano unilateralmente concepite a misura dell’agroindustria imponendo ai piccoli produttori di dotarsi di strutture e macchinari della cui spesa non potranno mai rientrare e sproporzionati al reale rischio che le loro produzioni comporterebbero, mettendoli così fuori legge, mentre i veri rischi per la salute che si sono registrati negli ultimi decenni sono sempre venuti dalle produzioni su grande scala. Nonostante che si vogliano vendere le terre del demanio agricolo al “miglior offerente” (il più dotato di denaro da spendere – e magari da riciclare) solo per fare cassa, mentre con misure per l’accesso alla terra e regole adeguate per le piccole aziende, l’agricoltura contadina potrebbe offrire enormi potenzialità di autooccupazione per migliaia di giovani disoccupati''. 

Il 17 aprile in Piazza del Sacrario a Viterbo, dalle 9 alle 22, festeggiamo il fatto che ancora ci siamo, come contadini del XXI secolo, anche se, silenziosamente, attraverso le leggi e le politiche anziché la violenza, continua il tentativo di farci scomparire. Ci siamo per proporre un modello che è intrinsecamente, radicalmente diverso, per rilanciare una possibilità contadina, un futuro per i contadini, che è un futuro possibile, sostenibile per la terra e per la Terra. Siamo in piazza per incontrarci, confrontarci e discutere, ritrovarci con tutte le persone sensibili ai temi della qualità del cibo che mangiamo, dell’ambiente in cui viviamo, dei paesaggi che ci circondano, per condividere una giornata insieme, assaggiare prodotti genuini, suonare, ballare, parlare, con i piedi per terra, la stessa terra che ha dato da vivere alle generazioni che ci hanno preceduto, la stessa che vogliamo proteggere e coltivare per quelle future, come da sempre fanno i contadini del mondo.

 







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