ANNO 14 n° 89
Al setaccio conti postali e tabulati telefonici
Il suicidio di Claudio Crescentini si tinge di giallo; ieri a Cura di Vetralla i funerali
31/05/2013 - 04:00

VITERBO – (ale.ser.) Il responso dell’ispezione cadaverica è stato chiaro: “La salma non presenta ecchimosi né segni di violenza tali da avallare ipotesi alternative al suicidio per impiccagione”. Per questo l’autorità giudiziaria (il sostituto che si occupa del caso è la dottoressa Paola Conti) ha dissequestrato la salma restituendola ai familiari già nella serata di mercoledì. E, alle 16 di ieri pomeriggio nella chiesa Santa Maria del Soccorso, a Cura di Vetralla, parenti, amici e conoscenti, hanno dato l’ultimo saluto a Claudio Crescentini. Dopo la cerimonia funebre, la cremazione nel cimitero cittadino San Lazzaro.

Cosa ci sia dietro al gesto estremo dell’uomo, però, rimane un mistero. Sessant’anni, direttore dell’ufficio postale di Blera, una bella famiglia e una bella casetta messa su coi sacrifici. In paese ne parlano come una persona cordiale e sorridente, senza vizi né grilli per la testa. Eppure, negli ultimi tempi, si era affacciato qualche problema. “Era ombroso e piuttosto nervoso”. Così ha riferito più d’una persona agli organi inquirenti.

Tutto inizia un mese fa quando, in seguito ad un’indagine interna, si scopre un ammanco di diverse migliaia di euro dalla casse dell’ufficio postale da lui diretto. Crescentini viene sollevato dall’incarico. Nel frattempo l’ispezione continua e porta alla luce ulteriori ammanchi di proporzioni importanti. Ed è su questi elementi che, adesso, stanno lavorando gli uomini della Squadra mobile e il pm Conti.

“Stiamo cercando di ricostruire le ore precedenti il suicidio, i contatti e le frequentazioni”. Si sa, o almeno così risultava dalla localizzazione del suo telefono cellulare nel giorno della scomparsa, che prima di andare nel casale di sua proprietà in località Carrozza per togliersi la vita, si era recato a Barbarano Romano. Aveva forse incontrato qualcuno? Rispondere all’interrogativo sarà compito degli inquirenti, non appena preso possesso dei tabulati telefonici.

Al vaglio ci sono anche diversi conti corrente relativi a quei libretti di risparmio dai quali sono risultati ammanchi per qualche centinaia di migliaia di euro. Cifre esorbitanti che non coincidono con lo stile di vita di Crescentini, estremamente sobrio e senza eccessi. E, poi, c’è sempre quel post-it autografo lasciato prima della sparizione e trovato dalla figlia maggiore. Un biglietto ritenuto di “notevole rilevanza investigativa” sul quale gli inquirenti hanno le bocche cucite. Perché, forse, potrebbe rappresentare la chiave di volta per risolvere il giallo.

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