ANNO 14 n° 88
Palamalè allagato,
ancora fermi i lavori
Sulle prossime sfide della Ilco
aleggia ancora il fantasma di un rinvio
27/11/2014 - 02:01

di Tommaso Crocoli

VITERBO – Porto Sant'Elpidio, Virtus Cassino e Luiss Roma: per la Stella Azzurra è iniziata la settimana di avvicinamento a un trittico di partite fondamentali, tutte di scena a Viterbo, che avranno un peso specifico determinante sul cammino dei ragazzi di coach Cipriani. Tre incontri casalinghi importanti per capire le reali potenzialità della squadra, al momento ferma a sei punti in classifica e reduce dalla brutta sconfitta a Roma contro l'Eurobasket. Sfide sulle quali, però, pende la spada di Damocle del Palamalè.

 Le condizioni del palazzetto, al momento, sono le stesse di due settimane fa, quando la forte pioggia aveva portato al rinvio forzato della gara contro la Virtus Cassino. Una pessima domenica per gli appassionati di sport, alla quale erano seguite la diffida delle società viterbesi (Ilco, Defensor e Nuova Fortitudo) al Comune e l'annuncio di un pronto intervento di manutenzione: 400 milioni di euro destinati agli impianti sportivi, spiegava il sindaco Michelini, parte dei quali indirizzati proprio al Palamalè.

 Tra lunedì e martedì si sono svolti i rilevamenti sul tetto del palazzetto, in vista dell'intervento che dovrebbe scongiurare il rischio di altre figuracce come quella di metà novembre. Una nuova copertura in lamiera, che sarà sovrapposta a quella precedente, ormai ridotta a uno scolapasta, per evitare infiltrazioni d'acqua dal tetto, puntuali appena la pioggia aumenta d'intensità. Ad oggi, però, le operazioni non sono ancora iniziate, e il rischio rinvio resta dietro l'angolo.

 Non proprio una bella prospettiva, in vista dei tanti impegni casalinghi che vedranno protagonista la Stella Azzurra a partire da domenica. La clemenza del cielo ha permesso, nello scorso weekend, di vedere in campo regolarmente Defensor e Nuova Fortitudo. La speranza è che le nuvole, in settimana, non brontolino troppo. Altrimenti, non c'è alternativa alle vecchie, solite contromisure: secchi e teli di nylon piazzati sapientemente sotto le crepe del tetto, come già successo ieri. Una scena vista tante, troppe volte.






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