ANNO 14 n° 89
Anziani, Unitus e Ancescao insieme per un'indagine sorprendente
La ricerca presentata questa mattina
29/10/2014 - 15:21

VITERBO - Si parla spesso di anziani come risorsa, ma risulta difficile attuare politiche di Welfare che siano in grado di valorizzare appieno la terza età.

Questa mattina, presso l’aula Magna del dipartimento Disucom, la ricerca: “Centri sociali Ancescao: Benessere, Empowerment, Inclusioni e Relazioni” ha dimostrato con dati quantitativi che le reti associative, come l’Ancescao (Associazione Nazionale Centri Sociali, Comitati Anziani e Orti), sono in grado di dare risposte concrete alle sfide dei nuovi Welfare.

Una ricerca nata dalla sinergia tra l’Ancescao provinciale di Viterbo, il Dipartimento Disucom dell’Università degli studi della Tuscia, i Comuni di Civita Castellana, Soriano nel Cimino e Tarquinia.

Protagonisti assoluti della ricerca gli anziani della provincia di Viterbo che, attraverso le loro testimonianze, hanno contribuito a sfatare lo stereotipo che li vede come un peso per la collettività, confermandosi invece come una preziosa risorsa per se stessi e per il tessuto sociale nel quale vivono.

Dopo i saluti e l'introduzione del professor Giovanni Fiorentino, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi presso il dipartimento Disucom e direttore scientifico della ricerca, la parola al Magnifico Rettore Alessandro Ruggieri, che ha espresso la propria soddisfazione nel rappresentare un progetto frutto di una rinnovata sinergia tra il territorio e la ricerca.

Presenti, tra gli altri, Gaetano Platania, direttore del dipartimento Disucom, l’assessore Zeza di Civita Castellana e l’assessore Fabrizio Fersini del comune di Viterbo, che hanno manifestato la loro soddisfazione sui risultati della ricerca e hanno rimarcato il ruolo fondamentale dei centri sociali come punto di riferimento per la vita dell’anziano, che vuole ancora essere un attore sociale nella nostra società.

Gianfranco Lamperini, vice presidente nazionale Ancescao, ha ringraziato l’Ancescao di Viterbo, che ricordiamo, conta 52 centri nella Tuscia per un totale di 12.500 iscritti, “per aver contribuito con dati scientifici che si sono rivelati fondamentali per l’operato quotidiano dell’ Associazione”.

Parole di soddisfazione anche da parte del presidente Ancescao della Provincia di Viterbo, Arnaldo Picchetto, che ha manifestato la soddisfazione di aver collaborato con l'Università della Tuscia.

Il gruppo di lavoro dell’Università della Tuscia, coordinato dal prof. Giovanni Fiorentino era composto dalla Prof.ssa Simona Fallocco ( Supervisore Scientifico) dal dott. Tony Urbani (ideatore project manager) dal dott. Valentino Piana (Ewi) dalla Dott.ssa Elettra Lazzaroni (geriatra) , dal dott. Dario delle Monache e dalla dott.ssa Agnese Bertolotti (rilevatori).

I risultati della ricerca, durata 18 mesi, sono stati illustrati da Tony Urbani e Valentino Piana, che hanno evidenziato quello che il gruppo di ricerca ha denominato “effetto Ancescao”, rilevante sia sulla fiducia e la felicità degli iscritti, che sulla salute, in particolare per quanto riguarda l’ospedalizzazione e il consumo di farmaci.

“L’effetto Ancescao” , ovvero la frequentazione dei centri per anziani, scardina a tutti gli effetti lo stereotipo dell’anziano come figura poco attiva ed esercita un effetto positivo sul capitale sociale e relazionale dei suoi aderenti.

Il centro sociale si conferma, pertanto, come luogo di relazioni e socialità.

I soci Ancescao dichiarano in maggioranza una salute fisica buona (42%) o discreta (41%). Il 7% dichiara una salute eccellente, mentre il 10% scarsa.

E’ inoltre rilevabile nei dati una significativa riduzione dell’uso di medicine e del ricovero ospedaliero del socio Ancescao rispetto alla popolazione media. ( se consideriamo, ad esempio, la fascia di anziani dai 66 ai 70 anni, tra i soci ancescao il consumo dei medicinali riguarda il 76% della popolazione, mentre per coloro che non sono soci, la percentuale arriva all’87%).

La ricerca ha evidenziato come l’interazione sociale determini un miglioramento della vita dell’anziano: porta ad un riconosciuto ruolo sociale, incrementa l’autostima, stimola ad una maggiore cura di sé e riduce la depressione.

Per quanto riguarda i servizi più richiesti all’ancescao prevalgono l’assistenza sanitaria e domiciliare (42,5%), seguite da supporto economico e sociale (22,9%) e dai trasporti pubblici (22,6%). Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, la richiesta di assistenza sanitaria e domiciliare non parte tanto da chi ha già problemi di salute (una larga maggioranza gode oggi di buona o ottima salute), ma da chi si preoccupa di avere problemi in futuro. È evidente che la medicina preventiva è la forma più efficace di riduzione della spesa sanitaria. In conclusione, la ricerca evidenzia che è possibile trovare una risposta alle sfide dei nuovi Welfare, ma occorre rafforzare i rapporti tra le diverse associazioni ed istituzioni del territorio che convergono sulle fasce d’età abbracciate dall’Ancescao.

 






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