ANNO 14 n° 89
Bersani ''sbranato'' dal giaguaro, Cinque Stelle prima forza alla Camera
Senato - Il centrosinistra primo partito, ma non ottiene la maggioranza
26/02/2013 - 03:10

VITERBO – Il centrosinistra è la prima coalizione al Senato per numero di voti ma per gli effetti della perversa legge elettorale, ha ottenuto (provvisoriamente) 119 seggi e non avrà la maggioranza, a meno di non allearsi con il nemico di sempre Silvio Berlusconi (117 seggi) o con il nemico dell’ultima ora Beppe Grillo. Nemmeno un accordo con la lista Con Monti per l'Italia, che ha ottenuto 18 seggi, infatti, permetterebbe alla coalizione di raggiungere quota 158, il minimo indispensabile per avere la maggioranza. 

Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, non è quindi riuscito a smacchiare il giaguaro di Palazzo Madama. La sua coalizione, secondo i dati definiti forniti dal ministero dell’Interno, ha infatti ottenuto 9.686.398 voti, pari al 31,63% (Pd 8.399.991 voti = 27,43%, Sel 912.347 = 2,97%, Centro Democratico 163.425 = 0,53%, Lista Crocetta 138.581 = 0,45%, Psi 57.696 = 0,18%, Moderati 14.358 = 0,04%)

Alle politiche del 2008, la coalizione di centrosinistra guidata da Walter Veltroni ottenne 12.457.182 voti, pari al 38%. Oltre 2.400.000 voti in meno rispetto a quelli avuti sabato e domenica scorsi.

Se il centrosinistra piange, il centrodestra ha poco o nulla da ridere. La coalizione guidata dal redivivo Silvio Berlusconi ha infatti ottenuto 9.405.786 voti, pari al 30,72% (Pdl 6.829.135 = 22,30%, Lega Nord 1.328.555 = 4,33%, Fratelli d’Italia 590.053 = 1,92%, La Destra 221.225 = 0,72%, Partito dei Pensionati 123.458 = 0,40%, Grande Sud 122.100 = 0,39, Mir 69.670 = 0,22, Mpa 48.618 = 0,15%, Intesa Popolare 25.217 = 0,08%, Cantiere Popolare 21.685 = 0,07, Basta Tasse 19.298 = 0,06, Liberi per un’Italia Equa 6.769 = 0,02). Alla coalizione di centrodestra sono stati assegnati provvisoriamente 116 seggi.

Alle precedenti elezioni, la coalizione di Berlusconi ottenne 15.508.899 voti, pari al 47,32%. Il Pdl, in particolare, ottenne 12.511.258 voti, pari al 38,17%. Quasi il doppio di quanti ne ha avuti oggi.

Chi invece ha letteralmente sparigliato il campo è stato il Movimento 5 Stelle del comico Beppe Grillo, che ha attratto ben 7.285.648 voti, pari al 23,79%, diventando di fatto la seconda forza politica di Palazzo Madama, superata solo dal Pd. I grillini avranno 54 seggi.

Un mezzo fallimento lo ha invece collezionato la Lista con Monti per l’Italia, in coalizione con l’Udc e il Fli. I montiani hanno ottenuto 2.797.451 voti, pari al 9,13%. I seggi attribuiti provvisoriamente sono 18.

Rivoluzione Civile di Antonio Ingroai è risultata un clamoroso flop e si è fermata a 549.966 voti, pari all’1,79%, enormemente al di sotto della soglia di sbarramento fissata all’8%.

Finora sono stati assegnati 301 seggi del Senato su 315 (mancano Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta, che eleggono rispettivamente 7 e 1senatore, e i 6 senatori eletti all'estero):  116 al centrodestra, 113 al centrosinistra, 54 al Movimento 5 Stelle e 18 alla lista Con Monti per l'Italia.

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Alla Camera dei deputati, la coalizione vincente è il centrosinistra, che ha ottenuto 10.047.121 voti, pari al 29,54%. Di un soffio sopra il centrodestra, che ha raccolto 9.923.100, pari al 29,18%. Bersani avrà comunque il cosiddetto premio di maggioranza che gli assicurerà circa 340 deputati a Montecitorio.

A livello nazionale,  il partito di maggioranza relativa è il Movimento 5 Stelle con 8.688.545 voti, pari al 25,55%. Il Pd è al secondo posto con 8.642.700 voti, pari al 25,41%. Terzo si è piazzato il Pdl con 7.332.121 voti, pari al 21,56%.

Ancora più clamoroso il flop di Monti e alleati alla Camera. La coalizione centrista ha ottenuto 3.591.560 voti, pari al 10,56%. Catastrofico, invece il risultato dell’Udc che, con 608.292 voti, pari al 1,78%, non elegge nemmeno un deputato. Fuori da Montecitorio anche il presidente della Camera uscente, Gianfranco Fini, il cui partito, il Fli, ha avuto 159.454 voti, pari allo 0,46%.

Esce dal parlamento anche il leader dell’Idv Antonio Di Pietro, non entra Antonio Ingroia e non rientrano Oliviero Di Liberto, Marco Ferrero, Angelo Bonelli e via dicendo, tutti candidati con la Rivoluzione Civile dell’ex Pm palermitano. La lista di Ingroia a infatti ottenuto 765.054 voti, pari al 2,24%, non raggiungendo quindi la soglia di sbarramento del 4%.

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