ANNO 14 n° 118
Canepina, a cena
per sostenere il museo
L'incasso della serata destinato al Museo delle Tradizioni Popolari
22/03/2014 - 00:03

CANEPINA – ''La cultura non si mangia'' ha sostenuto improvvidamente qualcuno. Ma si può organizzare un banchetto per sostenere le attività culturali. Quindi, con la cultura si può mangiare. Partendo da questo sillogismo, il Gruppo interdisciplinare per lo studio della cultura tradizionale dell'Alto Lazio e il Comitato di Santa Corona 2013-2014, questa sera, alle 20,30, hanno organizzato una cena a base di piatti tipici, ''condita'' con alcuni brani delle commedie dialettali del Gruppo Spontaneo Canepinese, i cui incassi saranno destinati al Museo delle Tradizioni Popolari, uno dei più prestigiosi d'Italia nel suo genere, diretto dal professor Quirino Galli.

Istituito nel 1987 e allestito nel seicentesco convento dei frati carmelitani, il complesso museale di Canepina è considerato uno dei più prestigiosi d’Italia nel suo genere. Organizzato in venti sezioni, offre una panoramica completa della vita del paese con particolare riferimento agli ultimi due secoli: dalle antiche attività artigianali al lavoro nei campi; dalla vita domestica alle tradizioni religiose; dalla scuola ai giochi dei bambini. Il museo è inoltre dotato di un vasto archivio e di una notevole raccolta di fotografie storiche. Nel corso degli anni ha curato varie pubblicazioni inerenti le varie sezioni, organizzato convegni e promosso eventi di grande spessore culturale.

Nel novembre 2013, in occasione del venticinquesimo anniversario dell’Istituzione, sono state aperte nuove sale, grazie a un finanziamento dell'Unione Europea, della Regione Lazio e del comune di Canepina.

Nelle lunette del chiostro e nella scalinata d’accesso al primo piano è stato scoperto e successivamente restaurato un notevole ciclo di affreschi risalenti alla prima metà del 1600, attribuiti a tre maestri della scuola di Giuseppe Sebastiani da Macerata, che operava per conto del Cardinale Odoardo Farnese nel celebre palazzo di Caprarola. Altri dipinti emersi sono databili a metà del 1700 e sono opera del viterbese Domenico Corvi, uno dei massimi esponenti del barocco italiano.

Ma da un paio d’anni, le casse del museo, mai floride per la verità, sono completamente a secco. E non poteva essere altrimenti visto che la gestione amministrativa dal 1999 è assegnata alla Comunità Montana dei Cimini, ente in avanzato stato di decomposizione. Per comprendere appieno la situazione basti ricordare che l'ultimo finanziamento ricevuto dal museo ammontava alla sbalorditiva cifra di 200, dicasi 200, euro.

Finora, l'attività è andata avanti grazie all'impegno personale, spesso anche economico, del direttore Galli e di sua moglie Raffaella Manganiello, ai quali si è recentemente affiancato un gruppetto di volontari. Nonostante il profondo rosso, il museo di Canepina, l’anno scorso, è stato uno dei pochissimi in Italia a far registrare un sensibile incremento di visitatori. In questi giorni, ad esempio, sta accogliendo scolaresche provenienti da varie province del Lazio e dell’Umbria.

Da qui la mobilitazione dei canepinesi finalizzata a reperire fondi per far proseguire l’attività del museo. Mobilitazione di cui la cena di questa sera costituisce solo il primo appuntamento. 






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