ANNO 14 n° 89
Concordia: già percorse 42 miglia, nave a sud di Pianosa
24/07/2014 - 10:08

Si fa presto a chiedere sobrietà. Quella nave è rimasta impigliata agli scogli del Giglio per due anni e mezzo. Quella nave nessuno pensava mai che potesse andarsene così, senza quasi lasciare traccia visibile. Quindi, anche se all'origine di tutto ci sono un naufragio e 33 morti, quando il relitto si è allontanato è stato naturale far festa. Almeno lì per lì, a caldo. E infatti l'isola del Giglio ha fatto festa. I turisti e i gigliesi si sono goduti lo spettacolo - in fondo è stato un show ingegneristico unico al mondo - affacciati dal molo rosso, quello più vicino al relitto. Anche se qualcuno ha preferito i promontori proprio sopra il porto.

 

Erano in centinaia, fin dalle prime ore del mattino. Fra loro anche qualche sopravvissuto o parente delle vittime. Se gli spettatori speravano di capire la cadenza delle operazioni dalle sirene delle navi, hanno avuto più di un motivo per confondersi. Le imbarcazioni d'appoggio hanno iniziato a far suonare le loro prima che la Concordia partisse, ma parecchio dopo la fine della rotazione verso l'Argentario. A quel punto anche dal porto hanno dato fiato alle sirene. Un rimorchiatore, per non essere da meno, ha iniziato a sparare acqua dai manicotti antincendio, che da lontano sembravano fuochi d'artificio. Intanto il prete di Giglio Porto, don Lorenzo Pasquotti, tornato di corsa in chiesa dopo aver benedetto il relitto da un natante della Guardia costiera, si era precipitato a suonare le campane a distesa.

 

C'è stato anche il brivido di Argentino Pini, uno storico skipper del Giglio, che con una mini-imbarcazione a vela, fra la curiosità di tutti ha violato lo spazio marino interdetto e si è avvicinato al relitto, per mostrare uno striscione: 'grazie di cuore a tutti'. Il sit-in non è durato molto. La Guardia costiera ha presto riportato all'ordine il marinaio solitario. Intanto dal Rina arrivava il via libero definitivo alla navigazione del relitto: nel centro di coordinamento, dove c'erano anche il sottosegretario Graziano Delrio e il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, è scattato l'applauso.

 

Nel frattempo, dal molo si continuavano a sventolare bandiere e foulard. ''Ce l'hanno fatta, è quasi incredibile'', gridava uno. ''Oggi finalmente l'isola è di nuovo nostra'', aggiungeva un altro. E' stato più o meno in quel momento che sono cominciati ad arrivare in porto i primi tecnici di ritorno dalla Concordia. Sono stati accolti come star. Una volta scesi, hanno aperto bottiglie di spumante e brindato con chi passava. 'Siamo contenti di aver fatto parte di questo grandioso progetto - hanno detto - ma quello che ci è piaciuto di più è stato il Giglio'. E poi, ridendo, 'le italiane'. Gabrielli non ha apprezzato troppo, perché preferiva sobrietà, ma ha pure chiesto un po' di indulgenza: 'Bisogna lasciare la giusta soddisfazione a chi ha portato a termine questa opera titanica'.

 

Mentre la nave si allontanava, i turisti già cominciavano a riprendere possesso della spiaggetta di fronte allo scoglio del relitto. Intanto, il proprietario di un ristorante che si affaccia proprio lì, per un po' non si commuove: 'Per due anni e mezzo ogni giorno me la sono vista davanti, quasi mi manca'. In attesa che il Giglio torni normale, i gigliesi cominciano a chiedersi come sarà da ora in poi. Il 90 per cento delle persone che sono sull'isola per lavoro se ne andrà. La sintesi è di una guardia che controllava il cantiere montato attorno a quel relitto che non c'è più. 'Da domani, là ci saranno solo quattro gabbiani'.

ansa.it






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