ANNO 14 n° 117
Confartigianato/Benessere: Appello alle istituzioni a tutela degli operatori in regola
02/10/2014 - 18:45

Poveri ma belli: quello del benessere si conferma uno dei settori produttivi più resistenti alla crisi e, proprio per questo motivo dev’essere tutelato. Alimentazione sana, esercizio fisico e, soprattutto, la giusta scelta del salone di bellezza e del centro estetico, insomma i consumatori in quanto a benessere la sanno talmente lunga che, a fronte di una contrazione della spesa nei settori dei beni essenziali, si registra una crescente attenzione alla conservazione della salute, al benessere e alla migliore qualità della vita anche attraverso la cura della persona.

Per curare il proprio aspetto, però, è necessario instaurare prima di tutto un patto di ferro basato sulla stima e sulla fiducia con i professionisti ai quali ci si rivolge, che devono garantire esperienza e professionalità. «Professionista è la parola chiave – interviene Andrea De Simone, direttore di Confartigianato Imprese di Viterbo – in un rapporto di compravendita dove in ballo c’è la cura del corpo, così come del resto in un qualsiasi altro ambito commerciale, è da irresponsabili giocare con l’”abusivismo”. Personale non qualificato, senza formazione e cognizione di causa può causare danni irreparabili, per i quali non c’è risarcimento che tenga».

L’incremento delle spese per la cura della persona, di per sé positivo, non deve scadere nel fenomeno pericoloso del “fai da te”, assai rischioso se non si ha l’adeguata competenza, e del ricorso alle attività abusive. Illegali e spesso condotte da veri e propri ciarlatani, queste ultime realtà hanno il potere di attrarre un enorme numero di consumatori, invogliati da prezzi notevolmente al di sotto di quelli praticati nel mercato regolare.

«L’abusivismo nel settore del benessere, proprio come la falsificazione nel manifatturiero – continua De Simone – è un fenomeno talmente diffuso da aver ben radicato le proprie radici nel sostrato sociale nostrano. Il messaggio importante da far passare, che la Confartigianato sostiene nelle campagne contro l’abusivismo, è l’importanza di cambiare il modo di percepire le attività illegali. Per lo più accettate, spesso giustificate come rimedi alla crisi, devono invece essere demonizzate».

Mentre a livello europeo si lavora per definire standard di prestazioni elevate nel settore del benessere, nel nostro Paese si registra una percentuale di abusivismo che sfiora il 40%, con punte maggiormente elevate nelle grandi città. Pesanti le ripercussioni sulla salute e sicurezza del consumatore e i danni sia per le imprese del settore benessere sia per l'economia del Paese.

«Le istituzioni devono sostenere la lotta all’abusivismo – chiosa il direttore – sostenendo gli operatori regolari attraverso l’adeguamento delle normative di settore e dei Regolamenti regionali e comunali, lo snellimento burocratico, la diminuzione della pressione fiscale, l’intensificazione dei controlli e l’applicazione delle sanzioni, l’organizzazione di campagne istituzionali di sensibilizzazione dell’utenza nei confronti dei gravi rischi derivanti da trattamenti effettuati da soggetti non qualificati, con applicazione di prodotti di dubbia qualità ed in locali privi dei prescritti requisiti di igiene e sicurezza.

 






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