ANNO 14 n° 118
Costituite quarantanove parti civili
L'udienza è rinviata al 23 gennaio, quando verranno ascoltati i primi 15 testi
19/07/2012 - 12:53

VITERBO (fla.lud.) – In totale sono 79 le persone offese, ma si sono costituite parte civile soltanto in 49 al processo a carico di Gianfranco Fiorita, il dentista latitante dal 2010 accusato di appropriazione indebita aggravata.

L’udienza è iniziata pochi minuti fa in un’aula più che gremita ed è stata rinviata al 23 gennaio prossimo quando verranno ascoltati i primi 15 testimoni. Il giudice Eugenio Turco ha rinviato perchè per due delle parti offese non risulta provata la notifica del decreto di citazione.

In 30 hanno deciso di non costituirsi parti civile, i restanti 49, tra clienti e soci di Fiorita che si dicono raggirati dal professionista viterbese, invece, vogliono continuare far luce su questa vicenda, sperando ancora in un risarcimento.

Fiorita dovrà rispondere, infatti, di una somma superiore a 600mila euro, ovvero i soldi che i suoi pazienti gli avrebbero versato prima di scomparire nel nulla. Secondo la Procura di Viterbo, Fiorita avrebbe anche abusato del rapporto di prestazione d’opera tra lui e i suoi pazienti oltre che della loro buona fede, approfittando di ''circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa’’.

La vicenda è iniziata a ottobre di due anni fa quando il dentista aveva fatto perdere le sue tracce. Ma non è stato difficile capire che la sua fosse una fuga viste le denunce, circa una trentina, sporte nel giro di due settimane dai soci e dai clienti che avevano versato larghi anticipi al professionista. Lui da quel 14 ottobre 2010 non si è fatto più vivo a Viterbo e dal Sudamerica (non si sa ancora se dal Paraguay, dove in passato aveva comprato casa, o dalla Bolivia) ha negato le accuse e ha sempre scritto al suo legale Roberto Alabiso di essere stato costretto a fuggire per via di ripetute minacce.

Anche oggi, come sempre, non c’era ombra del dentista in aula.





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