ANNO 14 n° 116
''Dal 2016 insostenibile aggravio per le aziende''
L'intervento di Ciarrocchi di Unindustria
20/03/2014 - 17:28

VITERBO - “In una fase di difficoltà come questa abbiamo ridotto l’impatto del rinnovo, ma è anche vero che alla scadenza del contratto, nel giugno 2016, permanendo queste condizioni di crisi, l’aggravio per le aziende potrebbe risultare insostenibile”. Lo dichiara Augusto Ciarrocchi, Presidente della Sezione Industria Ceramica di Unindustria e del Centro Ceramica di Civita Castellana, dopo la firma tra sindacati e Confindustria Ceramica dell’ipotesi di accordo del Ccnl dei ceramisti che prevede: un aumento in busta paga di 112 euro mensili sui minimi, un incremento dello 0,1% della previdenza integrativa per i comparti delle piastrelle e dei refrattari e un'apprezzata attenzione nella definizione dei 'montanti', ovvero della somma degli incrementi di retribuzione nel periodo contrattuale, inferiore per tutti i comparti a quelli del rinnovo precedente, in particolare per settori più colpiti dalla crisi quali la ceramica sanitaria, la stoviglieria e i refrattari, nonché l'introduzione di un apposito strumento per dare maggiore certezza applicativa e reciproca esigibilità alle previsioni contrattuali.

“E’ necessario soffermarsi proprio sui montanti – spiega Ciarrocchi - Sono stati previsti tre montanti diversi per i settori delle piastrelle, dei refrattari e della ceramica sanitaria (e stoviglieria) differenziati a seconda delle peculiarità di ognuno dei settori”.

Sui montanti resta forte la preoccupazione costantemente espressa dalla delegazione di Confindustria Ceramica durante la trattativa per gli aggravi di costo che derivano dal citato aumento dei minimi concordati per le imprese di un settore che ha nel 95% delle proprie imprese una contrattazione aziendale e una retribuzione di secondo livello significativamente superiore a quella di altri comparti industriali. Il settore, inoltre, e' fortemente esposto alla concorrenza internazionale e risente nella sua competitività di forti e crescenti penalizzazioni in molti fattori, come per il costo dell'energia ha recentemente certificato uno studio della Commissione Ue. Il comparto, infine, ha subito una continua erosione della produttività rispetto ai livelli pre-crisi e anche nei confronti del principale concorrente europeo (la produttività spagnola nel settore delle piastrelle, ad esempio, supera i 28 mila metri quadri/anno per addetto, mentre quella italiana è scesa a 17.200).






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