ANNO 14 n° 116
Dimensionamento scolastico, i presidi:
''La proposta non piace''
29/09/2014 - 18:05

VITERBO - Riceviamo e pubblichiamo.

''La proposta di dimensionamento scolastico del Comune di Viterbo, così come presentata con nota prot. 46544 del 22/09/2014 a firma dell’Assessore Valeri non incontra il parere favorevole né della maggioranza dei Consigli di Istituto né di tantissimi genitori e cittadini di Viterbo.

L’Assessore Valeri, quale premessa del piano di dimensionamento richiama l’esigenza del Comune di ''risparmio e migliore utilizzazione delle risorse disponibili'' e l’obiettivo ''di garantire il migliore funzionamento del sistema delle scuole dell'obbligo a garanzia del pari diritto allo studio della popolazione, evitando situazioni di disparità''.

Bene, come cittadini e genitori non possiamo che condividere tali premesse. Peccato che il piano presentato a nostro avviso sia davvero carente, specialmente sull’obiettivo del migliore funzionamento. Sul risparmio non commentiamo ma chiediamo: perché i tagli devono essere sempre fatti a scapito della scuola, il presente dei nostri figli, il futuro di tutti noi?

A nostro avviso, il piano di dimensionamento disattende in più punti il dettato, cogente, delle linee guida della Regione Lazio (D.G.R. 581/2014): si ricorda che la materia del dimensionamento scolastico è di spettanza regionale.

Secondo la Regione il processo di razionalizzazione e dimensionamento prevede la più ampia partecipazione di tutti i soggetti in esso coinvolti – famiglie incluse – predisponendo e potenziando gli opportuni canali di condivisione e di mediazione, di dibattito e di proposta. Ecco, ci sia permesso dire che come genitori e cittadini ci sentiamo negletti. Infatti, è vero che vi sono state più riunioni tra i dirigenti scolastici e l’Assessore Valeri, ma è altrettanto vero che le famiglie non sono state coinvolte nella discussione di una proposta così dirompente dal punto di vista della composizione e della logistica. È principalmente alle famiglie che viene chiesto (imposto?) di stravolgere i propri rapporti con le scuole: i genitori degli alunni che frequentano la scuola a San Martino e a Tobia dovranno recarsi per ogni adempimento amministrativo e per colloqui con il dirigente scolastico presso i locali della scuola Egidi, ubicata all’Ellera. Che dire poi dello sconvolgimento della vita dei quasi 300 alunni della scuola di Villanova che, improvvisamente, si vedono ricollocati presso le scuole del Pilastro! Per tacere poi della “ristrettezza” dei tempi in cui il Comune chiede di conoscere il parere dei consigli di Istituto (la proposta è stata inviata il 22 settembre con termine di risposta il 26 settembre ore 12).

La Regione ritiene che gli interventi di programmazione sulla rete scolastica debbano anche favorire la stabilità delle istituzioni scolastiche nel tempo e la loro capacità di rapportarsi in modo sempre più diretto e partecipato con il territorio di riferimento. Bene, l’attuale proposta del Comune stravolge il presente, non permette alcuna continuità e stabilità degli Istituti comprensivi, che vengono in larga parte rimpastati, e meno che mai garantisce il rapporto diretto e partecipato con il territorio di riferimento: quale collegamento ci può essere fra San Martino, La Quercia e l’Ellera ma anche fra le scuole del centro e quelle fuori delle mura? Le scuole dell’obbligo del centro infatti fronteggiano più delle altre il fenomeno degli alunni non italiani (che con il tempo aumenteranno sempre più) con conseguenti problematiche didattiche che necessitano di interventi mirati e di un’attenzione costante.

La Regione Lazio inoltre indica che il dimensionamento scolastico debba permettere il raggiungimento di molteplici obiettivi fra cui ad esempio garantire un’offerta formativa sempre più funzionale ad una efficace azione didattica, educativa e formativa sul territorio, innalzare il complessivo livello di prestazione del servizio; evitare l’eccessiva frammentazione dell’offerta formativa; ridurre il disagio degli studenti.

Ecco, tutti questi obiettivi a nostro avviso vengono trascurati: l’offerta formativa della scuola dell’obbligo viene infatti dispersa fra i molti plessi, spesso lontani fra di loro, facenti capo allo stesso istituto . Una rete scolastica di Istituti con plessi dispersi sull’intero territorio comunale e il forte sbilanciamento numerico fra gli ordini di scuola che compongono i singoli Istituiti non facilitano di certo l’innalzamento complessivo di prestazione del servizio. La mancanza di una equilibrata disponibilità di posti fra i tre ordini di scuola (infanzia, primaria, media di primo grado) non permette la continuità di un percorso formativo degli alunni rendendo più difficile la condivisione di percorsi didattici e di valutazione dei singoli alunni fra i docenti delle diverse scuole. Il nuovo assetto prospettato dal Comune a nostro avviso amplifica il disagio degli studenti: la non presenza presso il plesso della Scuola media della dirigenza, infatti, in un’età in cui i rischi del bullismo e di comportamenti devianti sono in agguato (come testimoniano gli sportelli aperti dalla Polizia di Stato presso alcune Scuole medie cittadine) rende impossibile un’autorevole e quotidiana sorveglianza da parte del Dirigente scolastico.

Ancora, la Regione Lazio specifica che deve essere garantito il processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione è perseguito con l’aggregazione in Istituti comprensivi delle scuole dell'infanzia, delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo grado.

Anche questo punto continua ad essere altamente disatteso. Già con il precedente dimensionamento, quello che ha dato origine all’attuale assetto organizzativo delle scuole dell’obbligo e dell’infanzia, si erano creati Istituti comprensivi solo sulla carta poiché afflitti da un grave sbilanciamento di numero fra i tre gradi di scuola. Il nuovo assetto proposto non risolve lo squilibrio, ma lo aggrava ulteriormente: è il caso del nuovo istituto De Amicis-Volta dove gli alunni delle medie sono un misero 20% di quelli della primaria! Ma anche quello di Egidi-S.Martino dove lo squilibrio è rovesciato con gli studenti della primaria che sono appena il 40% di quelli delle medie (e per giunta provengono da bacini territoriali ben distanti tra di loro). Per tacere, poi, del permanere dell’assurdo squilibrio dell’Ellera­Bagnaia dove gli studenti delle medie sono appena il 10% di quelli della primaria.

Non si capisce poi perché venga previsto il naturale ricongiungimento della filiera scuola di via Cattaneo (Canevari-Vanni): il nuovo istituto raggiungerebbe i 1.431 studenti, ben oltre i 1.200 stabiliti dalla Regione Lazio, che certo prevede la deroga - fra l’altro - per i Comuni da alta densità demografica a patto che si tratti però di istituti di istruzione secondaria! Resta difficile da comprendere poi perché si possano violare le norme nazionali e regionali per via Carlo Cattaneo ma non per l’Ellera: congiungendo Ellera ed Egidi infatti si arriverebbe a quota 1.416 alunni.

 

Altra palese violazione del dettato regionale è la soppressione della scuola dell’infanzia di Villanova: la Regione infatti afferma che “i plessi della scuola dell’infanzia devono, per quanto possibile, essere mantenuti nei territori dove attualmente funzionano, in considerazione delle esigenze delle famiglie e della difficoltà di aprirne di nuovi”. Sul fatto che sia difficile aprire nuovi plessi di scuola dell’infanzia l’intera cittadinanza non può che concordare pienamente: basti citare la perigliosa e annosa vicenda dell’asilo di Santa Barbara! Però l’Assessore Valeri insiste su questo punto tanto da poggiare tutto l’impianto della programmazione della nuova rete scolastica cittadina (con conseguente stravolgimento organizzativo) su una ipotesi di costruzione di ulteriori due nuovi edifici scolastici: uno a Santa Barbara, e uno forse al Carmine o forse al Pilastro.

Sinceramente appare non condivisibile la scelta di modificare un presente, sicuramente imperfetto, su ipotesi future fortemente aleatorie!

Chiediamo pertanto al Comune, e segnatamente all’Assessore Valeri, di volere ascoltare la nostra voce chiedendo alla Provincia una proroga rispetto al termine del 30 settembre (domani), affinché possa essere concertata una soluzione che tenga conto delle istanze dei presidenti dei Consigli d’Istituto interessati.

I nostri figli vivono in una città in cui l’acqua è un veleno, i giardinetti pubblici sono mal tenuti, sporchi e insicuri, da più anni non c’è più né teatro né cinema: non togliamo loro anche la scuola pubblica''.

I presidenti dei Consigli d’Istituto

IC Fantappiè - Lorenzo Castellani

IC Canevari - Marco Tortolini

IC Egidi - Fabio Tortoioli

IC Vanni - Giuseppe Cocucci

IC Ellera – Antonio Gallo

IC Pio Fedi – Roberto Maurizi

 






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