ANNO 14 n° 110
Ebola, Obama apre a supercommissario, forse buona idea
17/10/2014 - 10:09

Forse supercommissario negli Usa: il presidente americano Barack Obama apre alla nomina di un supercommissario per l'emergenza ebola, come chiesto da piu' parti, soprattutto nel partito repubblicano. 'Potrebbe essere una buona cosa', ha detto al termine di un vertice alla Casa Bianca con tutti i responsabili della sanita', spiegando pero' che questo non significa mettere in discussione il lavoro fin qui svolto dal ministro della Sanita' Sylvia Burwell o dal responsabile dei Cdc Thoma Frieden.

 

Possibile caso di Ebola a Parigi: secondo Le Parisien, un'infermiera che aveva curato l'operatrice umanitaria rimpatriata dalla Liberia e guarita dal virus alla fine di settembre, è stata ricoverata con febbre alta all'ospedale 'Begin'. Il ministero della Sanità, per il momento, non conferma.

 

Il ministro francese della Salute, Marisol Touraine ha annunciato che i controlli anti-Ebola all'aeroporto parigino di Roissy Chalres-de-Gaulle sui passeggeri in arrivo da Conakry, in Guinea, cominceranno domani mattina.

 

L'epidemia è ''una tragedia'': il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, lo ha sottolineato parlando all'Asem, vertice di Asia ed Europa in corso a Milano. Secondo il premier, ''è importante che i Paesi asiatici ed europei facciano la propria parte per concretizzare la cooperazione e la collaborazione''.

 

Si tratta di 'un enorme problema mondiale che richiede una risposta globale', ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, lanciando un appello alla comunita' internazionale affinche' 'finanzi il miliardo di dollari di aiuti' richiesto per contrastare il virus. Dopo il primo dicembre il numero dei contagi di Ebola dovrà cominciare a diminuire. E' questo l'obiettivo degli sforzi internazionali indicato dal segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon parlando al Palazzo di Vetro. La solidarieta' di tanti paesi non basta, ha detto, servono azioni concrete.

 

Negli Stati Uniti l'infermiera americana Nina Pham, che ha contratto il virus dopo aver curato il 'paziente zero' al Texas Health Presbyterian di Dallas, sarà trasferita nell'istituto nazionale di Sanita' del Maryland. Lo riferisce la Cnn che cita fonti sanitarie.

 

E sempre in Usa si moltiplicano i casi di allarme: un ricercatore dell'universita' di Yale è stato ricoverato ieri sera con sintomi simili a quelli del virus. Pare che sia tornato dalla Liberia all'inizio della settimana. In Ohio, invece, due scuole sono state chiuse per il timore del contagio, visto che un membro del personale sarebbe stato sullo stesso aereo della seconda infermiera di Dallas infetta.

 

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, al vertice di Bruxelles dedicato alla diffusione del virus, ha avanzato la proposta di 'rafforzamento dei controlli in uscita dai Paesi africani con sistemi di certificazione indipendente. Noi ora invece abbiamo protocolli dell'Oms che si basano sull'autocertificazione. Riguardo al tema cruciale dei viaggiatori asintomatici non contagiosi dovremmo avere la possibilità di tracciarli, soprattutto quando i voli hanno destinazioni secondarie', ha detto il ministro della Salute.

 

'L'obiettivo di questo vertice è quello di vedere se c'è la possibilità di aumentare il livello dei controlli, anche per quanto riguarda la circolazione interna alla Unione europea', ha aggiunto.

 

'Il rischio di epidemia in Italia e in Europa è veramente molto basso: stiamo rafforzando le misure di sicurezza, considerando tutti i possibili scenari che possono capitare. Ma il pericolo, ripeto, è molto basso', ha spiegato il ministro della Salute al termine del vertice.

 

Infermieri, attivare protocolli specifici in ogni Asl - 'Attivazione di protocolli specifici in tutte le aziende sanitarie secondo le più aggiornate linee guida internazionali. Informazione, formazione e simulazioni per il personale infermieristico sulla malattia, sulle modalità di contagio, sull'uso degli appositi dispositivi di sicurezza, sull'individuazione degli appositi spazi e corretta gestione delle procedure'. Queste alcune della richieste formulate dal segretario nazionale del sindacato degli infermieri Nursind, Andrea Bottega, che in una lettera indirizzata a Governo e Regioni evidenzia le aree dove intervenire per rafforzare la barriera di protezione degli operatori rispetto al rischio Ebola. Nella missiva si sottolinea come 'la situazione sul territorio nazionale non è omogenea e va dall'adozione di nessun protocollo e mancata presenza di appositi dispositivi di protezione individuale a situazioni dove sono presenti i presidi ma manca la formazione o pratica con simulazioni'. Il sindacato chiede anche 'l'attestazione che ogni azienda abbia messo in atto quanto indicato dalle indicazioni ministeriali, il posizionamento in ogni postazione di triage di pronto soccorso di un vetro per separare l'utenza dagli operatori e la dotazione di tutti gli strumenti necessari'. In questo senso gli infermieri evidenziano anche come 'un contingente di soldati americani con base in Italia (Vicenza) è attualmente in Liberia in missione anti-Ebola (con compiti logistici) e ne è previsto il rientro alla fine ottobre o i primi giorni di novembre 2014'. Per fronteggiare tutto ciò per gli infermieri occorre subito 'potenziare la formazione del personale' e a 'tal proposito potrebbe essere utile una check list per la vestizione e svestizione con un numero di Infermieri idoneo'. Il secondo punto propone l'attivazione di 'percorsi esterni alle aziende di competenza del 118 e quelli delle ambulanze interne alle stesse Aziende con più presidi. Percorsi che non tutti hanno ancora attivato'.

ansa.it

 






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