ANNO 14 n° 116
Gaza: via libera aviazione americana a voli su Tel Aviv
24/07/2014 - 10:09

L'Agenzia federale dell'aviazione americana ha tolto il divieto alle compagnie aeree di volare verso Israele, mettendole tuttavia in guardia nei confronti di una situazione localmente 'molto instabile'. Ma la guerra a Gaza continua. Una novantina di palestinesi sono stati uccisi tra ieri e la scorsa notte, , portando a circa 720 il bilancio complessivo delle vittime palestinesi, in gran parte civili.

 

Sull'altro fronte, secondo l'esercito israeliano, sono morti 32 soldati, e due civili sono rimasti uccisi dai razzi lanciati da Gaza Il leader di Hamas Khaled Meeshal ieri sera ha annunciato che l'organizzazione sarebbe pronta ad accettare 'una tregua umanitaria', ma ha avanzato una condizione pesantissima per Israele: la rimozione del blocco sulla Striscia. L'agenzia dei diritti umani dell'Onu a Ginevra ha approvato un risoluzione per un'indagine su presunti 'crimini di guerra' a Gaza. Nel testo sono condannate le 'vaste, sistematiche e flagranti violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali derivanti dall'operazione militare israeliana nei Territori palestinesi occupati dal 13 giugno'.

 

Una risoluzione - avviata da una richiesta palestinese e di altri Paesi - respinta al mittente dal premier Benyamin Netanyahu, che l'ha definita 'una parodia'. 'Si indaghi piuttosto su Hamas - ha incalzato il premier - 'che ha commesso un doppio crimine di guerra: sparare razzi ai civili israeliani e nascondersi dietro i civili palestinesi'. La diplomazia ha cercato finora di tessere al meglio la sua rete per la tregua: Kerry - oggi di nuovo al Cairo - ha fatto la spola tra Gerusalemme e Ramallah incontrando Netanyahu e il leader palestinese Abu Mazen, con un saluto, non programmato, al presidente Shimon Peres al suo ultimo giorno di mandato. 'C'è qualche passo avanti' , ha detto, ma ancora molto lavoro da fare. Tuttavia, secondo fonti diplomatiche del Cairo, Kerry non è riuscito a convincere i palestinesi (il cui leader Abu Mazen ora ha sposato le richieste di Hamas per una tregua) ad accettare l'iniziativa dell'Egitto per un cessate il fuoco. Per questo starebbe 'ricorrendo' alla Turchia e al Qatar affinché intervengano su Hamas. L'impressione - sottolineata da alcuni analisti - è che il vero bandolo della matassa resti però all'interno stesso di Gaza: dentro Hamas e le altre fazioni.

 

In serata anche Israele ha discusso nel suo gabinetto di sicurezza l'operazione a Gaza e gli sforzi diplomatici per un cessate il fuoco. Ma Il ministro della Difesa Moshe Yaalon ha detto ieri ai soldati schierati Gaza che li attendono 'nuove missioni' dopo quella sulla ragnatela dei tunnel costruiti da Hamas sotto Gaza e da cui partono le infiltrazioni in territorio israeliano. Nel mezzo dello scontro, la situazione a Gaza si conferma catastrofica per la popolazione.

 

Nonostante il cauto ottimismo del segretario di Stato Usa John Kerry che ha parlato di 'passi in avanti' per un possibile cessate il fuoco, la sanguinosa guerra a Gaza (682 morti, 4250 feriti) non sembra rallentare tra razzi su Israele (congelati i voli Usa e Ue sul Ben Gurion) e attacchi sulla Striscia che vedono la morte di 29 soldati israeliani. Il leader di Hamas Khaled Meeshal stasera ha annunciato che l'organizzazione sarebbe pronta ad accettare 'una tregua umanitaria', ma ha avanzato una condizione pesantissima per Israele: la rimozione del blocco sulla Striscia. Il conflitto in corso ha spinto l'agenzia dei diritti umani dell'Onu a Ginevra ad approvare un risoluzione per un'indagine su presunti 'crimini di guerra' a Gaza, evocati stamattina dall'Alto commissario Navi Pillay.

 

Nel testo sono condannate le 'vaste, sistematiche e flagranti violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali derivanti dall'operazione militare israeliana nei Territori palestinesi occupati dal 13 giugno'. Una risoluzione - avviata da una richiesta palestinese e di altri Paesi - respinta al mittente dal premier Benyamin Netanyahu, che l'ha definita 'una parodia' da dover 'essere rigettata da ogni persona decente ovunque'. 'Si indaghi piuttosto su Hamas - ha incalzato il premier - 'che ha commesso un doppio crimine di guerra: sparare razzi ai civili israeliani e nascondersi dietro i civili palestinesi'. Se a Ginevra è il tempo delle condanne, la diplomazia ha cercato oggi di tessere al meglio la sua rete per la tregua direttamente sul campo: Kerry - in arrivo dal Cairo, dove tornerà domani - ha fatto la spola tra Gerusalemme e Ramallah incontrando Netanyahu e il leader palestinese Abu Mazen, con un saluto, non programmato, al presidente Shimon Peres al suo ultimo giorno di mandato. 'C'è qualche passo avanti' verso il cessate il fuoco a Gaza, ma - ha ammesso - c'è ancora bisogno di lavoro. Quanto sia questo lavoro per ora non si sa. Tuttavia, secondo fonti diplomatiche egiziane al Cairo, Kerry non è riuscito a convincere i palestinesi (il cui leader Abu Mazen ora ha sposato le richieste di Hamas per una tregua) ad accettare l'iniziativa dell'Egitto per un cessate il fuoco. Per questo starebbe 'ricorrendo' alla Turchia e al Qatar affinché intervengano su Hamas.

 

L'impressione - sottolineata da alcuni analisti - è che il vero bandolo della matassa resti però all'interno stesso di Gaza: dentro Hamas e le altre fazioni. Kerry nell'incontro a Ramallah ha anche sottolineato che la sponda palestinese è fondamentale, visto che è stato 'costantemente in contatto con il presidente Abu Mazen per tutto questo mese e specialmente in questa ultima settimana, per discutere una tregua che possa soddisfare tutte le parti'. In serata anche Israele ha discusso nel suo gabinetto di sicurezza l'operazione a Gaza e gli sforzi diplomatici per un cessate il fuoco. Il ministro della Difesa Moshe Yaalon, stamattina, ha detto ai soldati schierati Gaza che li attendono 'nuove missioni' dopo quella sulla ragnatela dei tunnel costruiti da Hamas sotto Gaza e da cui partono le infiltrazioni in territorio israeliano. Nel mezzo dello scontro, la situazione a Gaza si conferma catastrofica per la popolazione.

 

C'è stato anche il bombardamento dell'ospedale al Wafa, non distante da Sajaya, uno dei quartieri più colpiti dai recenti attacchi dell'esercito e dove i soccorritori hanno descritto la situazione come 'un terremoto'. Israele ha motivato la decisione di colpire l'ospedale sostenendo che la struttura anche oggi è stata usata da Hamas e dalla Jihad islamica come postazione per il fuoco contro i soldati. Una dura battaglia è infuriata nella località di Khuzaa, presso Khan Yunes (a sud di Gaza), dove fonti locali hanno riferito di almeno dieci morti e dove tre paracadutisti israeliani sono stati uccisi dall'esplosione di un ordigno. In Israele intanto continuano a cadere i razzi: l'ultima salva, in ordine di tempo, è stata sparata in serata e diretta verso il sud e il centro del paese.Anche in questo caso l'Iron Dome sembra aver evitato vittime. Le compagnie aeree Usa e Ue hanno confermato che non voleranno per altre 24 ore sullo scalo che oramai vede in attività solo l'israeliana El Al e poche altre, anche se Israele ha messo a disposizione per chi volesse l'aeroporto di Ovda, nel Neghev. Per questo Hamas ha definito una 'grande vittoria' lo stop dei voli sull'aeroporto principale di Israele.

 

ansa.it






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