ANNO 14 n° 89
''Ha puntato la pistola solo contro di sé''
Un testimone racconta l'episodio avvenuto al pronto soccorso
18/06/2014 - 00:00

VITERBO – La scena è durata pochi secondi. Un uomo si è introdotto con una pistola nel pronto soccorso di Belcolle, probabilmente l'ha presa dopo una collutazione al di fuori del nosocomio con uno dei vigilantes. Una volta dentro, urlando frasi sconclusionate, ha puntato l'arma contro se stesso e mai contro il personale e i pazienti in attesa. Un gesto di autolesionismo che poteva avere effetti molto più gravi se non fossero intervenuti in modo tempestivo gli agenti della polizia che operano nell'ospedale. 

Questo, in sintesi, quanto emerge dal racconto di un testimone dell'irruzione compiuta sabato sera, intorno alle 21, da un uomo con problemi psichiatrici nella sala d'aspetto del pronto soccorso di Belcolle. Un episodio che ha seminato panico tra i presenti, sia personale medico (un infermiere è ancora sotto shock) che tra i pazienti e i loro accompagnatori che sono scappati.

''L'uomo, in evidente stato confusionale - racconta il testimone - ha puntato la pistola contro se stesso e non contro le persone che erano al pronto soccorso. Non voglio nemmeno immaginare come sarebbe andata a finire se l'avesse puntata contro le persone in attesa''.

''Nella sala d'aspetto - aggiunge - il testimone, non c'erano né medici né infermieri. Figuriamoci, ce ne sono pochi anche nella zona operativa del pronto soccorso. Sono arrivati dopo, richiamati dal trambusto e dalle grida dei pazienti in fuga.  Fortunatamente, in pochi secondi, sono arrivati i poliziotti che lo hanno immobilizzato, gli anno strappato l'arma dalle mani e lo hanno portato via''. 

L'uomo, secondo quanto si è appreso, è affetto da problemi psichiatrici ed è conosciuto dai medici del reparto di psichiatria di Belcolle. ''Poco dopo - conclude il testimone -  è stato immediatamente sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio. Ancora non si conoscono i motivi che lo hanno portato a compiere un gesto cosi eclatante. Ma è sicuramente collegato alla sua patologia''. 

Sulla vicenda sono interventi i sindacati e soprattutto la Fials, che da tempo denuncia lo stato di criticità in cui versa l'ospedale di Belcolle: ''Il gesto dell'uomo che entra con una pistola è solo la goccia che fa traboccare il vaso – commenta il segretario provinciale Vittorio Ricci -. Per questo abbiamo inviato una lettera alle istituzioni in cui proclamiamo lo stato di agitazione del personale. La situazione è grave: se al termine dei tempi previsti non ci sarà alcun riscontro indiremo lo sciopero''.

Le parole di Ricci giungono una settimana dopo il blitz a Belcolle dell'opposizione a Palazzo dei Priori organizzata da FondAzione insieme a Daniele Sabatini (consigliere regionale Ncd) e a Pietro Sbardella (Gruppo misto): ''Non bastava la carenza di posti letto – scrive il direttivo comunale di FondAzione in un comunicato -, non bastava l’esiguo numero di infermieri in servizioe non bastava la mancanza di barelle e tante altre inaccettabili complicazioni: ci mancava solo un uomo che entra con una pistola''.

Sabatini e Sbardella chiedono l'intervenzto di Zingaretti e parlano di situazione al collasso per Belcolle: ''Vengono smentiti i deboli e grotteschi tentativi dei giorni scorsi, da parte del centrosinistra, di minimizzare la serietà dell'intera vicenda – spiegano -. Un atteggiamento che evidenzia la superficialità e l'approssimazione con cui l'amministrazione regionale sta affrontando le tematiche di questo settore. Sanità, che in provincia di Viterbo è totalmente abbandonata da Zingaretti, visto che è l'unica Asl del Lazio ad essere a tutt'oggi commissariata e priva di un direttore generale''.





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