ANNO 14 n° 88
Il professor Alma: ''Cinipide, finziona solo la lotta biologica''
Lo rivela lo scienziato Alma in un'intervista rilasciata a La Stampa
17/06/2014 - 01:00

VITERBO – ''Nel 2005 abbiamo effettuato i primi lanci di torymus in Piemonte e ad oggi, esclusivamente con la lotta biologica, siamo riusciti a diminuire la popolazione del cinipide dall'80% all'1%''. E' quanto ha dichiarato ieri, in un intervista a La Stampa di Torino, il professor Alberto Alma, uno dei più accreditati studiosi a livello internazionale sulla lotta al cinipide galligeno, la micidiale vespa cinese che sta devastando i castagneti praticamente in tutto il mondo. ''La lotta biologica – ha aggiunto Alma - ha certamente tempi lunghi, ma poi è efficace. Il cinipide affligge tutti i castagni, anche quelli delle aree boschive nelle quali è impensabile intervenire con sistemi chimici”.

Il team del professor Alma, direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari dell'Università di Torino, nel laboratorio di Grugliasco alleva da anni il parassitoide antagonista naturale del cinipide, il torymus appunto. Una volta giunto a pieno sviluppo, l'insetto viene inserito provette da affidare ai tecnici fitosanitari della Regione Piemonte che provvedono a lanciarli nei castagneti.

''Tengo a precisare – ha sottolineato Alma – che il nostro gruppo di ricerca lavora sul parassitoide per acquisire nuove informazioni. Negli ultimi due anni, grazie a un progetto del ministero per le politiche agricole e forestali, lo forniamo anche alle regioni italiane alle prese con l'infestazione da cinipide''.

Gli stessi concetti, il professor Alma li aveva espressi nel maggio scorso, durante un convegno organizzato dai comuni di Canepina e Vallerano. E anche in quell'occasione, lo studioso aveva indicato la lotta biologica come l'unica possibile ed efficace, sebbene in tempi medio-lunghi, per riportare l'infestazione di cinipide sotto controllo.

Attualmente, l'Università di Torino sta per portare a termine un progetto sviluppato in collaborazione con il ministero per le politiche agricole e forestali e l'Associazione nazionale città del castagno, il cosiddetto BioInfoCast, finalizzato alla produzione del torymus sinensis e il suo rilancio su scala nazionale. Tra le regioni che hanno aderito al progetto c'è anche il Lazio. Ma al contrario di quanto è avvenuto in Piemonte, dove la lotta alla vespa cinese è a un passo dall'epilogo, qui regnano l'anarchia, il fai da te, il ricorso alle ''pozioni magiche'' e, soprattutto, ai fitofarmaci velenosi ancorché inutili.

E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: se in Piemonte l'infestazione da cinipide, dall'2002 a oggi, è stata ridotta dall'80 all'1%, nel Lazio, nel Viterbese in particolare, si è ancora all'anno zero o poco più.

Insomma, il cinipide e gli altri parassiti che affliggono i castagneti, quindi migliaia di bilanci familiari, la fanno ancora da padroni, intanto, però, sui Cimini continuano ad essere sparse quantità industriali di veleni. A meno che la Regione, la Provincia, la Prefettura, la Forestale, i sindaci, il Nas dei carabinieri, la Asl non ne sappiano più del professor Alma e abbiano capito che i fitofarmaci sono un toccasana sia per i castagneti che per la salute dei cittadini. Mah...





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