ANNO 14 n° 111
Il Sal8 delle 6, dal caso Orlandi alla morte
del mito Marco Pantani
Al via la rassegna autunnale
14/11/2014 - 12:56

VITERBO (fla.lud.) - Si comincia con la scomparsa infinita di Emanuela Orlandi e si chiude con la strana morte di Marco Pantani, passando per il delitto Montesi, la vera storia del mostro di Firenze e le ombre sul suicidio Tenco. Questi sono gli argomenti che verranno trattati nella rassegna Giallo Cronaca del Sal8 delle 6, l’appuntamento ideato e diretto da Pasquale Bottone presentato stamattina alla Biblioteca Consorziale di viale Trento che mira a rendere ''Viterbo la capitale del centro Italia della saggistica puntando sul giornalismo d'inchiesta e l'approfondimento di argomenti finiti nel dimenticatoio.

Una premessa doverosa: questa edizione è stata interamente finanziata dalla Provincia. ''L’unica istituzione che ha fatto sì che non si interrompesse questa tradizione – ha sottolineato in apertura Paolo Pelliccia, il presidente del consorzio. E a questo proposito l’assessore provinciale alla cultura Giuseppe Fraticelli non ha potuto fare a meno di ribadire quanto ''questo tipo di risorse istituzionali siano vicine agli interessi quotidiani delle persone. E’ stata una fatica lieta poter continuare a sostenere l’iniziativa di Bottone, non sapevo fossimo gli unici sostenitori e mi fa piacere che il nostro apporto abbia contribuito a mantenere in vita questo appuntamento ormai consolidato''.

Consolidato eccome. Quest’anno il Sal8 delle 6 festeggia il dodicesimo anniversario e nonostante le difficoltà sopravvive come rassegna letteraria seriale si occupa di libri. ''L'intenzione della rassegna - spiega Bottone - è andare oltre la promozione di un libro. L'operatore culturale non deve portare solo acqua al suo mulino con la vendita del libro, ma sviscerare argomenti e tematiche''.

E’ un Pasquale Bottone che parla a ruota libera della sua creatura e che non lesina frecciatine a chi continua a puntare tutto sul mercato anziché sulla cultura. I suoi ospiti sono ''tutti giornalisti qualificati ma che difficilmente appaiono nelle trasmissioni tv, anche perchè il taglio della rassegna è sociologico investigativo, non televisivo''. Questo significa che il pubblico non dovrà aspettarsi particolari raccapriccianti dei delitti trattati, lo scopo non è stuzzicare la morbosità degli spettatori, ma capire come certi delitti irrisolti, i cosiddetti cold case, siano collegati alla nostra storia e al nostro costume. Come l’approfondimento sul delitto Montesi in programma il 3 dicembre, un caso degli anni 50 che sarà utile per rivivere la storia italiana di quel periodo.

La vera scommessa per Bottone è ''uscire dai canoni del già visto e del già sentito, rischiare. Questo dovrebbe essere la funzione dello Stato e delle istituzioni, supportare gli sforzi che abbiano uno scopo, non quelle missioni facili che rispondono invece ai dettami del mercato. Serve confronto e sperimentazione per mantenere alta l’attenzione del pubblico''.

Dello stesso avviso anche i docenti Pifferi e De Caprio, in rappresentanza del Disucom dell’Università della Tuscia: ''Oggi c’è troppa confusione tra cultura e intrattenimento. Quest’ultimo si basa sui numeri, mentre la cultura anche se solo rivolta a due individui è sempre cultura. L’Unitus appoggia di buon grado questa iniziativa che è insita nel dna del nostro dipartimento''. Si sta infatti pensando a una convenzione che dia crediti formativi agli studenti che parteciperanno agli incontri.

Il primo appuntamento è in programma il 19 novembre alle ore 18 con ''Emanuela Orlandi, una scomparsa senza fine''. Intervengono Fabrizio Peronaci, giornalista per il Corriere della Sera, e il fratello di Emanuela Pietro Orlandi.







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