ANNO 14 n° 110
''Il Tfr in busta paga
mette a repentaglio
la vita delle imprese''
Interviene De Simone, Confartigianato
30/09/2014 - 12:46

VITERBO - Il Governo ha proposto l’inserimento del Tfr in busta paga a partire da gennaio 2015, questo si tradurrebbe nella materializzazione di 55 euro in più in busta per chi guadagna 1.500 euro lordi al mese e un ulteriore debito per i datori di lavoro.

Il mondo imprenditoriale ha già manifestato il proprio niet a questa manovra che, di fatto, imporrebbe alle piccole imprese di sostenere ulteriori sforzi finanziari. ''La proposta assomiglia all’ennesimo gioco d’azzardo che vede in ballo la vita di migliaia di aziende – interviene Andrea De Simone, direttore di Confartigianato Imprese di Viterbo –. In soldoni si andrebbe a chiedere agli imprenditori di anticipare mensilmente parte del trattamento di fine rapporto ai dipendenti».

Uno studio di Unimpresa rileva che il flusso annuo totale derivante dalle liquidazioni maturate dai lavoratori è pari a circa 25 miliardi di euro e che di questa somma, le imprese con meno di 50 dipendenti, che trattengono il Tfr maturato, detengono una quota pari a 11 miliardi circa. Se passasse la proposta del Premier Renzi, l’inserimento del 50% del trattamento di fine rapporto in busta paga metterebbe a rischio 5 miliardi e mezzo di euro destinati alle piccole e medie imprese italiane.

''Seppur lodevole l’intento di dare liquidità immediata ai cittadini – continua De Simone – bisogna domandarsi se questo giustifichi l’indebolimento delle realtà produttive che ormai da anni sopravvivono a stento''. Il Tfr in busta paga, per altro, rischierebbe di subire una tassazione più elevata rispetto a quella che si verificherebbe in caso di liquidazione finale.

Il problema, come sempre, riguarda le piccole imprese che nell’ultimo anno hanno subito una contrazione del credito erogato dal sistema bancario del 5,2% (oltre 8miliardi di euro) e alle quali verrebbe sottratta un’importante fonte di finanziamento. Alle piccole realtà imprenditoriali, infatti, verrebbe chiesto di erogare diversi miliardi in anticipazione del Tfr.

''La ricetta proposta dal governo – chiosa il direttore – è il colpo di grazia per migliaia di piccole aziende travestita da manna dal cielo per i dipendenti. Stremate da sei anni di crisi e di sacrifici inenarrabili, le nostre imprese meritano una sensibilità diversa, che dia il giusto peso alla proporzione esistente tra salario differito (il Tfr per i lavoratori) e un debito a lunga scadenza (il Tfr per gli imprenditori)''.

 






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