ANNO 14 n° 116
Inseguimento e sparatoria in strada: Far West a Bruzzano, due morti
19/09/2014 - 10:16

Una gragnuola di proiettili, sgommate di auto e ancora colpi di pistola che lasciano sul selciato tre uomini, a poche centinaia di metri l’uno dall’altro. Due morti sul colpo, raggiunti da pallottole alla schiena e uno, quello di grazia, alla testa. Il terzo gravemente ferito. Spari e morti tra le tante persone che, giovedì notte all’ora di cena, hanno cercato riparo dove potevano per evitare di essere centrati dal commando che ha seminato il terrore, proprio nella piazza del Centro ortopedico Galeazzi, a Bruzzano, periferia nord di Milano.

Fuggi fuggi davanti all’ospedale

La mattanza è iniziata intorno alle 21. All’improvviso. In mezzo alla gente che entrava e usciva dall’ospedale e dai tanti locali aperti affacciati su piazza Giustino Fortunato. Tre colpi secchi e poi un quarto, che rimbombano nell’aria. Il fuggi fuggi generale e neppure il tempo di rendersi conto di cosa stia accadendo, e sull’asfalto, davanti alle vetrine del negozio di ottica, all’altezza del civico 6/A, il corpo inanimato di un uomo, c on tre fori nella schiena e uno nella nuca. Un’esecuzione.

Inseguiti e uccisi

Ma è solo l’inizio. Nel panico generale, sfreccia un’auto a gran velocità. Sgomma quando imbocca via Caltagirone. E sono ancora detonazioni. Una, due. Tante. E un secondo cadavere resta per terra, circondato da cinque bossoli. Di nuovo spari, perché il raid assassino non finisce qui ma prosegue per via Achille Fontanelli e via Casarsa, dove un terzo uomo viene colpito alle gambe e alla schiena. E’ trasportato in codice rosso all’ospedale Fatebenefratelli, dove subisce un intervento chirurgico. Le sue condizioni sono gravi, ma non è in pericolo di vita. Poco dopo viene rinvenuta una Bmw coupé bianca, abbandonata con due ruote su un passo carraio, in via Vincenzo da Seregno, a una cinquantina di metri da piazza Fortunato. C’è chi la indica come l’auto degli assassini. Sul posto arrivano i carabinieri che «blindano» la piazza, raccolgono reperti e testimonianze.

Bande rivali

Per terra vengono trovati una quindicina di bossoli. Un proiettile si è conficcato nel parafango di una utilitaria a bordo della quale c’erano due coniugi con il figlio. Si cerca poi di dare un nome alle vittime: la prima è un albanese e l’altra è un egiziano. Anche il ferito è un albanese. Le ricostruzioni a caldo sono ancora confuse e le versioni di molti cittadini contrastanti. L’ipotesi che si sia trattato di un regolamento di conti nell’ambito della criminalità albanese, è quella più accreditata. Di certo, la sparatoria poteva avere conseguenze più drammatiche.






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