ANNO 14 n° 110
La Regione approva il nuovo Piano Casa
Panunzi: ''La principale novitā č la proroga dei termini fino al 2017''
31/10/2014 - 10:51

ROMA - Dopo una lunga maratona notturna il Consiglio regionale del Lazio ha approvato il nuovo Piano casa della Regione. Con 27 voti favorevoli e 12 contrari, diventa legge la proposta n. 75, arrivata in Commissione il 23 gennaio scorso, licenziata il 27 marzo e sottoposta all'esame dell'Aula a partire dal 6 agosto, con la seduta in cui l'assessore alle Politiche del territorio, mobilità e rifiuti, Michele Civita, ha illustrato per la prima volta il provvedimento al Consiglio.

La principale novità di questo provvedimento è la proroga del Piano casa per altri 2 anni: il precedente (cosiddetto 'Polverini-Ciocchetti'), che a sua volta modificava e prorogava il primo Piano casa – la legge 21 del 2009 – sarebbe scaduto, infatti, il 31 gennaio 2015, mentre ora scadrà il 31 gennaio 2017. Ci sono dunque ancora due anni di tempo per presentare ai Comuni le domande per ampliamenti di immobili esistenti, demolizioni e ricostruzioni, cambi di destinazione d'uso. Vengono spostati in avanti anche gli altri termini temporali previsti nella legge, come ad esempio il titolo in base al quale si possono fare gli interventi, che deve essere stato rilasciato entro il 31 dicembre 2013 e non più entro il 28 agosto 2011.

''Siamo di fronte ad una legge che va nella giusta direzione, la cui principale novità è la proroga dei termini: la scadenza è ora fissata al 31 gennaio 2017 - spiega il presidente della sesta commissione Enrico Panunzi -. Vengono cambiate le norme del vecchio Piano casa che andavano a incidere sulla pianificazione urbanistica attraverso un sistema di deroghe, in particolare i cambi di destinazione d'uso, con relativo premio di cubatura si restituisce centralità ai Comuni e si istituiscono norme operative e chiare. Si favoriscono, poi, tutti gli interventi sulla città costruita (demolizioni e ricostruzioni, cambi di destinazione d'uso) la cosiddetta rigenerazione urbana, anche attraverso la semplificazione delle norme, in maniera da ridurre il consumo di suolo. Infine vengono modificate anche le norme che riguardano le imprese agricole che avranno la possibilità di fare interventi all'interno dei piani aziendali, dando la possibilità di demolizioni e ricostruzioni, ed accorpamenti per favorire e promuovere la multifunzionalità delle aree in questione Si tratta di disposizioni che rendono la materia urbanistica più semplice. E' stato trovato un buon punto di equilibrio tra diverse istanze per far diventare operativa una legge che – ricordo – è derogatoria e soprattutto transitoria, nata da un'emergenza economica che voleva dare la possibilità di poter intervenire in maniera veloce. Tutto questo finora non si era verificato per una serie di motivi tra cui le contraddittorietà contenute e il contenzioso in atto con il Mibac, risolto con l'approvazione ad agosto della proposta di legge numero 76: abbiamo cercato quindi di porre riparo a questa situazione. Ringrazio  - conclude Panunzi - l'assessore Michele Civita e tutta la sua struttura per il lavoro svolto, in cui è stata mostrata ancora una volta competenza e attenzione alle istanze del territorio''.

Sergio Ricotta, presidente di Confagricoltura del Lazio, manifesta la propria soddisfazione per l’approvazione della normativa di modifica del “Piano casa” regionale. Infatti, grazie a questo intervento incentrato sul potenziamento dello strumento preposto all’autorizzazione dei programmi di sviluppo delle imprese agricole denominato “Piano di utilizzazione aziendale” (p.u.a.) sono stati introdotti importanti elementi di novità in grado di incentivare lo sviluppo delle imprese.

''Ci sono – dice Ricotta - elementi assai importanti quali il potenziamento delle attività multifunzionali, la semplificazione amministrativa grazie all’ amplificazione dell’ uso degli sportelli unici per l’ agricoltura e, soprattutto, la maturata convinzione di valutare gli agricoltori (le cui aziende ricadono nelle aree naturali protette) vero e proprio elemento di tutela attiva senza i quali verrebbe meno anche la sopravvivenza dell’ area naturale stessa. Difatti gli agricoltori stessi – sostiene Ricotta - grazie a queste nuove disposizioni potranno creare ulteriori opportunità di sviluppo economico e quindi determinare un più ampio miglioramento della qualità della gestione del territorio''.

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