ANNO 14 n° 118
Meroi: ''Regione Lazio scandalosa''
Il presidente della Provincia annuncia: ''Useremo tutti i mezzi consentiti
per impedire che il Viterbese subisca anche la servitù dell'immondizia altrui''
10/02/2014 - 02:00

VITERBO -  Non ha fatto in tempo a risolvere, almeno momentaneamente, la crisi politica della Provincia con la nomina della giunta tecnica, che il presidente Marcello Meroi si ha dovuto ricominciare arintuzzare la crisi dei rfiuti di Roma e dintorni. Crisi che sta facendo riversare nella discarica di Monterazzano e nell'impianto di selezione di Casale Bussi, centinaia di tonnellate di immondizia ''forestiera''. 

A mandare Meroi letteralmente fuori dai gangheri è stato il motu proprio della Regione Lazio che, sabato mattina, senza alcun preavviso, ha autorizzato i comuni di Tolfa e Allumiere, ai quali potrebbero presto aggiungersi altri, a conferire i loro rifiuti a Viterbo. L'unica buona notizia dal fronte immondizia è arrivata ieri: Civitavecchia tratterà i rifiuti a nell'impianto della Pontina Ambiente, sull'Ardeatina, e poi li smaltirà nella propria discarica di Fosso Crepacuore. E' così rientrato il rischio che incombeva su Monterazzano. Almeno per ora.

''Con l'assessore all'Ambiente Cesare Costa - dice Meroi -, da questa mattina, pianificheremo tutte le azioni, anche legali, da mettere in campo per difendere le  ragioni della Provincia. Useremo tutti i mezzi a disposizione - sottolinea - per impedire che la Tuscia debba subire anche la servitù dei rifiuti imposta da Roma''.

Nel mirino di Meroi c'è in primo luogo la Regione Lazio: ''Trovavo allucinante - sottolinea - che i comuni potessero scegliere da soli dove conferire i rifiuti. Ora trovo scandaloso che la Regione Lazio autorizzi quei comuni che non hanno saputo risolvere i loro problemi a portare i rifiuti dove credono. Nel caso di Tolfa e Allumiere, per citare gli ultimi due, a Viterbo. Senza tener in alcun conto che nei nostri impianti arrivano da anni anche i rifiuti della provincia di Rieti''. 

E non si tratta solo di una questone di principio. ''Vorrei anche sapere - argomenta - cosa arriva nella discarica di Monterazzano e cosa viene trattato nell'impianto di Casale Bussi. Qui è in gioco anche la salvaguardia della salute dei cittadin e la tutela dell'ambiente.  Non bisogna poi sottovalutare che la discarica di Monterazzano con i nostri rifiuti e con quelli di Rieti, avrebbe circa venti anni di autonomia. Ma se il bacino di conferimento diventasse o restasse a lungo il doppio di quello iniziale, durerebbe la metà. E noi ci troveremmo non più a risolvere l'emergeza di altri ma la nostra''.

Il calice sarebbe meno amaro per Meroi se almeno si seguissero le linee guida del piano Sottile (il commissario all'emergeza rifiuti di Roma, ndr). ''I comuni che pur avendo a una discarica non possono usarla perché non dispongono di un impianto di trattamento -  osserva -, potrebbro trasportare i rifiuti a Casale Bussi, farli trattare e riportarseli indietro. Costerebbe molto, ma sarebbe lo scotto da pagare per non aver programmato a tempo debito le strutture necessarie''.

Secondo Meroi, tutto quello che sta capitando ha un nome e un cognome: ''Mancata programmazione''. ''Nessuno vuole i rifiuti nei propri territori - afferma - e  non costruendo impianti da nessuno inevitabilmente s'arriva all'emergenza. E con l'emergenza in atto si giustifica tutto. Poi vegnono a galla faccende non proprio commendevoli come qualla di Malagrotta e non solo''.

Alla domanda se ritenga davvero di riuscire a fermare o arginare l'afflusso di rifiuti, Meroi risponde: ''Di certo ci proveremo in tutti i modi. Con coraggio e determinazione''. 





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