ANNO 14 n° 117
''Presi a pugni e sputi dai dirigenti dell'Andria''
Parla il team manager de La Cascina Orte Massimi: ''Un pomeriggio folle''
11/04/2014 - 15:37

ORTE - Una settimana fa è uscito un comunicato del giudice sportivo della Divisione calcio a 5 che, in riferimento alla gara tra Salinis-La Cascina Orte, riportava: 'Società Salinis: Ammenda (500 euro) e squalifica del campo fino al 31 dicembre 2014, obbligo di disputare le gare interne in campo neutro e a porte chiuse. Un punto di penalizzazione da scontare nella stagione corrente. Il tutto in quanto – si legge nella nota ufficiale - nel corso dell’incontro propri sostenitori ingiuriavano e colpivano più volte con sputi i calciatori avversari. Perchè a fine gara, dopo il saluto fair play , mentre le squadre si apprestavano a rientrare negli spogliatoi, diversi sostenitori della società penetravano indebitamente sul terreno di gioco, aggredendo i calciatori della società ospitata che venivano percossi con calci, pugni e schiaffi, costringendoli a fuggire all'esterno dell'impianto sportivo inseguiti dagli aggressori. Uno di detti calciatori cercava riparo nello spogliatoio arbitrale per scampare all'aggressione'.

In pratica la cronaca 'minima' di un giorno di pura follia che a distanza di 10 giorni La Cascina Orte vuole rendere pubblica in questa intervista. 10 giorni che sono stati fatti trascorrere appositamente per riprendersi dallo shock e per sbollire la paura. Paura di chi ama questo sport e si è trovato al cospetto di una vera e propria aggressione, quando invece doveva essere una normale gara di futsal. Una ferita che colpisce l'Orte ma anche il movimento del calcio a 5.

Se non è accaduto quello che poche settimane fa hanno mostrato i Tg nazionali sulla gara tra Giugliano-Volla, lo si deve solo alla saggia decisione di scappare dei biancorossi e alla fortuna di aver trovato un bar che ha sprangato le sue porte ed una porta di sicurezza apribile solo dall'interno per fuggire (si, fuggire) dal Palazzetto di Andria. Ma cerchiamo di capire attraverso questa intervista al Team Manager ortano, Mauro Massimi, cosa è accaduto il 29 Marzo in terra di Puglia.

Allora Massimi, partiamo dall'inizio. Il vostro arrivo al 'PalaAndria'. Cosa è successo?

''È successo che non eravamo ancora tutti scesi dai pulmini che varie persone, riconducibili alla società pugliese, visto come poi si aggiravano all'interno della struttura, ci hanno accolti con insulti e minacce fino all'ingresso del nostro spogliatoio. Una volta all'interno, tra l'altro sorpresi da tale accoglienza, mentre iniziavamo a prepararci, un'altra persona, con altri individui alle spalle, apriva con un calcio la nostra porta proseguendo la serie di minacce''.

Poi?

''La squadra è stata sempre molto brava perchè non ha mai reagito a nessuna provocazione e da professionisti quali sono i ragazzi si sono cambiati e si sono avviati per il riscaldamento. Una volta fuori dallo spogliatoio abbiamo subito notato che le transenne di sicurezza per l'ingresso al campo erano state spostate e avvicinate a forza costringendo di fatto la squadra a passare tra le due ali di folla inferocita. Risultato: schiaffi, pugni, sputi e insulti per squadra e staff. Anche il riscaldamento si è svolto in un clima assurdo, con alcuni 'tifosi' che erano addetti all'insulto e alla minaccia ed altri che si assicuravano, anche con la forza, che nessuno facesse riprese. Considerate che un ragazzo giapponese, nostro ospite, veniva più volte strattonato dal più facinoroso di tutti e facilmente riconducibile alla società pugliese in quanto riconoscibile anche sul profilo facebook della stessa (foto con la coppa). Pochi istanti prima del termine del riscaldamento, una cinquantina di persone tornavano nelle vicinanze del tunnel d'ingresso per riservare ai nostri giocatori ancora pugni, schiaffi, palle di carta con corpi contundenti all'interno ed insulti. Finito? Neanche per sogno, quello appena raccontato si verificava anche pochi minuti dopo e sotto gli occhi degli arbitri quando le due squadre tornano in campo per la partita''.

In tribuna tutto tranquillo invece?

''Assolutamente no. Di Franco, il nostro preparatore atletico, e De Nichile, uno dei nostri giocatori in tribuna, venivano più volte avvicinati da alcune persone locali (uno di mezza età ,alto con i capelli bianchi, ed uno più anziano con baffi ed occhiali da vista) ed invitati a far capire alla squadra che, per evitare altre botte, sarebbe stato meglio perdere la partita''.

Fine primo tempo?

''Visto gli assalti subiti precedentemente, mister Rosinha chiedeva ed otteneva che la squadra potesse restare sul parquet alla presenza di uno degli ufficiali di gara''.

Nella ripresa succedeva altro?

''Purtroppo si. Dopo qualche minuto Paolucci commetteva un fallo e veniva ammonito. Mister Rosinha lo sostituiva ed una volta giunto e seduto in panchina veniva colpito alla testa da due pugni scagliati da un tifoso della prima fila della tribuna. A questo punto il direttore di gara, visto che l'incolumità dei giocatori era in pericolo, sospendeva il match chiedendo l'intervento del tecnico locale per riportare la calma e far spostare le persone dietro la panchina ortana. Obiettivo raggiunto naturalmente dopo altre offese e minacce rivolte dallo stesso tecnico locale a mister Rosinha. E poi arriviamo al culmine della pazzia''.

Ci racconti...

''A 60' dalla fine il solito gruppo di persone si riportava verso il tunnel d'ingresso dove il corridoio di passaggio ormai era sempre più ridotto. Al suono della sirena, i locali probabilmente consapevoli di quanto stava per accadere, correvano velocemente all'interno del proprio spogliatoio lasciandoci in balia dei pubblico. L'Orte si faceva coraggio e provava a raggiungere il proprio stanzone, ma il corridoio d'ingresso era un vero e proprio inferno, con i tifosi organizzati con persone addette a trattenere giocatori e lo staff ed altri addetti a colpire. Volavano ancora schiaffi, pugni, sputi e palle di carta con dentro corpi contundenti. Tutti i giocatori subivano questo trattamento con Gigi Vespa che, impossibilitato a proteggersi, veniva colpito più volte con violenti pugni alla testa. Il brutto era che arrivati allo spogliatoio i ragazzi scoprivano che questo era chiuso a chiave. All'ingresso del tunnel intanto le cose si mettevano male con i tifosi che lanciavano la transenna per bloccare la strada d'uscita e preparavano la carica. Carpinelli, il nostro portiere, che insieme a Zancanaro stava rientrando per ultimo, riusciva di corsa a saltare la transenna e, pur colpito violentemente a ripetizione, raggiungeva i compagni, mentre il capitano era costretto a chiedere aiuto e a rifugiarsi nello spogliatoio della terna arbitrale, sistemata tatticamente lontano da quello delle due squadre. Intanto nel tunnel partiva l'attacco “squadrista”, solo così si può chiamare, dei tifosi locali verso i nostri giocatori che inseguiti, riuscivano a scappare solo grazie ad una porta d'emergenza che si apriva sul piazzale del palazzetto. Qui la scena era assurda. Vendrame e compagni ancora in tenuta da gioco scappavano in mezzo al traffico delle vie di Andria inseguiti dai tifosi, cercando di non cadere per evitare il linciaggio. Dopo alcune centinaia di metri di fuga i ragazzi riuscivano a trovare un bar (Bar Sheridan ndr), dove, anche grazie alla prontezza della proprietaria, subito resasi conto della situazione, trovavano riparo serrandosi all'interno. Intanto negli spogliatoi dell'arbitro Zancanaro e il preparatore Di Franco cercavano di far intervenire il Presidente del Salinis per placare la situazione. Convinto dai due, il numero uno del sodalizio pugliese si applicava per fermare la caccia all'uomo. E qui accadeva il miracolo. In men che non non si dica apparivano divise Salinis e cartellini al collo con la scritta steward. Il Presidente dei locali si posizionava davanti al nostro spogliatoio insieme al nostro dirigente accompagnatore e ad un loro responsabile del servizio che, fino a pochi minuti prima, era intento a picchiarci. Poco dopo lo stesso patron, insieme al nostro dirigente, si recava al Bar Sheradon dove sudati, impauriti e anche doloranti, si trovavano ancora i nostri giocatori. Lungo il tragitto intanto venivano incontrati molti di quei tifosi scalmanati ora, dopo il nuovo ordine, assolutamente calmi. Davanti al Bar intanto erano arrivati anche i giocatori del Salinis già docciati e cambiati. Una volta giunti lì e convinti i giocatori ad uscire dalla struttura, la squadra faceva ritorno, fortunatamente senza ulteriori conseguenze e pericoli, verso lo spogliatoio''.

Scusi la domanda impertinente ma Polizia? Vigili urbani? Carabinieri? Non c'era nessuno?

''La prima ed unica volante è arrivata circa 1 ora dopo la nostra prima chiamata, in pratica dopo essere usciti dal bar mentre percorrevano il marciapiede che portava al palazzetto. Dopo ha atteso la nostra doccia, ci ha accompagnato a controllare che i mezzi fossero integri e non sabotati e a sirene spiegate ci ha accompagnato fino al casello autostradale''.

Vuole aggiungere qualcosa?

''Null'altro. Voglio solo che tutti sappiano cosa è accaduto per una semplice partita di calcio a 5. Questo affinché non accada mai più nulla di simile. Siamo stati fortunati che non è successo nulla di gravissimo anche se ci siamo andati molto vicini (se qualche giocatore fosse caduto mentre fuggiva verso la salvezza del bar e fosse stato raggiunto dalle persone che lo inseguivano, poteva accadere veramente l’irreparabile). E a prova di tutto ciò ci sono le decisioni del giudice sportivo su quanto raccontato''.







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