ANNO 14 n° 111
Recuperata bolla papale del 1578 rubata a Civita Castellana
Il prezioso documento restituito dal procuratore capo Pazienti al vescovo di Civita Castellana Romano Rossi
29/10/2014 - 01:00

CIVITA CASTELLANA - Una bolla papale datata 1578, trafugata una quarantina di anni fa, è stata recuperata dal procuratore capo di Viterbo Alberto Pazienti e dai suoi collaborati e restituita alla diocesi di Civita Castellana.

Il prezioso documento su pergamena finemente miniata contiene l'atto di riconoscimento della confraternita del Santo Rosario della parrocchia dei santi Vincenzo e Anastasio in Rignano Flaminio. Tra l’altro, vi sono elencate le indulgenze, i benefici e i privilegi concessi da papa Gregorio XIII ai componenti della confraternita.

E' stato lo stesso procuratore capo Pazienti, ieri pomeriggio a restituire la bolla papale al vescovo della diocesi di Civita Castallana Romano Rossi, in apertura della cerimonia d’inaugurazione del nuovo anno accademico dell'Istituto superiore di scienze religiose ''Alberto Trocchi''.

''Grazie all'attività della mia squadra, composta dall'ispettore capo della Polizia di Stato Felice Orlandini e dall'ispettore Sandro Calista della Guardia di Finanza - ha detto il magistrato - abbiamo recuperato un altro importante documento. Come ho già avuto modo di dire - ha aggiunto -, le opere d'arte sono state spesso trafugate qualche decina di anni fa, quindi i reati sono prescritti e non più perseguibili, ma l'importante è restituire al patrimonio pubblico quei beni. Quindi andiamo avanti...'’.

Monsignor Rossi, dopo aver ringraziato il procuratore Pazienti per aver ''riportato a casa'' la preziosa pergamena, ha ricordato che da quando è stato nominato vescovo di Civita Castellana, nel 2007, è la terza volta che partecipa a cerimonie di restituzione di opere d'arte rubate e recuperate dalle forze dell'ordine. ''Sono particolarmente grado al procuratore Pazienti e ai suoi collaboratori - ha aggiunto - per l'attività di tutela di un patrimonio di grande valore storico-artistico in cui sono impegnati con ripetuti successi''.

Le indagini sfociate nel recupero del manoscritto miniato erano scattate subito dopo che un antiquario di Torino aveva messo online l’annuncio di vendita della bolla papale. Il parroco di Rignano Flaminio, don Augusto Mascagna, informato della circostanza, presentò un esposto alla Procura della Repubblica di Viterbo, competente per territorio in quanto il documento era conservato a Civita Castellana.

L'antiquario di Torino, interrogato, dichiarò che la pergamena apparteneva a un uomo residente in provincia di Viterbo, il quale lo aveva incaricato della vendita. Il proprietario, rintracciato, dimostrò che aveva acquistato il documento da un altro antiquario di Ascoli Piceno. Quest'ultimo, a sua volta, affermò di averlo avuto, dietro compenso, da un’altra persona ora morta. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la bolla papale sarebbe stata trafugata proprio da quest'ultima persona, circa quaranta anni fa.

Sta di fatto che l'attuale proprietario, appreso delle indagini in corso, pur non essendo responsabile del trafugamento ma al massimo di un incauto acquisto di terza o quarta mano, quindi sempre più annacquato, ha deciso di restituire spontaneamente la pergamena che, da ieri, è tornata nell'archivio della diocesi di Civita Castellana, a disposizione degli studiosi.

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