ANNO 14 n° 116
''Tassa di soggiorno, ecco perchè diciamo no''
La nota di Barlozzini (Confcommercio) e Peparello (Confesercenti)
05/08/2014 - 17:26

VITERBO - Confcommercio e Confesercenti si dicono contrarie alla tassa di soggiorno, l’imposta voluta dal Comune di Viterbo e che i turisti dovranno pagare per ogni pernottamento (varierà da 1 a 3,5 euro). Le due associazioni dirette rispettivamente da Mauro Barlozzini e Vincenzo Peparello spiegano le loro posizioni e mettono sul tavolo tre spunti di riflessione sia di carattere tecnico che pratico: ''Considerato il costo medio di un pernottamento di circa euro 80 pro capite – affermano - l’imposta di soggiorno avrà sulle tariffe delle strutture ricettive cittadine lo stesso effetto pratico di un aumento di tre punti dell’IVA (dal 10% al 13%). Un differenziale notevole che penalizzerà gli albergatori locali nella fase terminale della crisi, quando servirebbero piuttosto incentivi per la ripresa''.

Poi allargano il discorso all’intero settore turistico, leva per sostenere la bilancia dei pagamenti: ''Mentre discutiamo – spiegano - dell’introduzione di un’imposta sul turismo in entrata, nessuno si è mai sognato di gravare le nostre esportazioni con una tassa, al contrario i dazi vengono applicati alle importazioni per proteggere e sostenere, ove possibile, l’economia interna. Né cambierebbero i termini del discorso se ci preoccupassimo di chiarire che i proventi dell’ipotetica tassa sull’export sarebbero vincolati ad interventi per migliorare la competitività delle imprese''.

Infine non comprendono ''perché l’amministrazione comunale profonde tanto zelo per introdurre una nuova imposta, incaricando l’assessore Barelli dell’ingrato compito, quando poi dichiara di voler delegare al consiglio comunale la destinazione dei proventi ed invita anche le associazioni di categoria ad una sorta di concorso di idee per selezionare le iniziative più utili a sostenere il turismo e la cultura. Qualcosa non quadra, perché chi rischia la faccia per una scelta impopolare in genere sa già dove vuole andare a parare, altrimenti non fa il paladino per soddisfare i desideri altrui''.

 





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