ANNO 14 n° 111
''Un film che dą un pugno
nello stomaco alla mafia
ma con toni leggeri''
Tutto esaurito ieri sera al Tff per la pellicola e l'incontro con Pif
15/07/2014 - 10:29

VITERBO (Fla.Lud.) – Piazza San Lorenzo gremita ieri sera per assistere alla proiezione del film “La mafia uccide solo d’estate” e all’incontro con l’autore-protagonista Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto. Una piazza gremita, nonostante fosse lunedì, perché Pif, ospite del Tuscia Film Fest, piace a grandi e piccoli. D'altronde 'Pif è un giornalista d'inchiesta innovativo che ha molta presa sul pubblico più giovane, la sua può essere definita un'antropologia light'', ha detto di lui Aldo Grasso. 

C’era così tanta gente che a un certo punto la biglietteria ha dovuto chiudere nonostante la fila arrivasse a piazza della Morte. La serata è iniziata con la consegna del premio speciale Pipolo a Pif da parte di Federico Moccia. Poi, luci spente ed è partita la pellicola. La platea ha seguito rapita tutto il film, interrotto solo da parecchie risate e un lunghissimo applauso finale. Già, risate. Che poi non ci sarebbe niente da ridere sulla mafia e le vittime che mietuto nel corso degli anni. Nessuno ha mai raccontato la mafia con un toni così leggeri, ma il problema vero è che ''nessuno ha mai spiegato a noi palermitani cosa fosse'', ha commentato Pif.

Il film è una ricostruzione lunga vent’anni, che nasce e cresce con il protagonista, Arturo, interpretato, nell’età più adulta dallo stesso Diliberto. Le scene si alternano tra finzione e realtà, dall’omicidio del vice questore Boris Giuliano a quello del generale Dalla Chiesa, da quello del giudice Rocco Chinnici fino al 1992, con la strage di Capaci e di via D’Amelio. ''Abbiamo scritto un romanzo di formazione – ha spiegato lo sceneggiatore e coautore Marco Martani – dove si intrecciano la storia d’amore e l’identificazione dei cittadini che ruotano intorno al fenomeno mafia. Il primo obiettivo, però, era costruire il film in tono originale. Per farlo ci siamo basati su altre pellicole, come Amelie e Forrest Gump, per trovare un modo leggero di dare un pugno nello stomaco. La scrittura del film, a sei mani, ha avuto una gestazione di un anno e mezzo di lavoro''.

''Praticamente ho ancora la forma di Pif sul mio divano – ha detto l’altro autore Michele Astori. E’ stato un lungo lavoro ma è stato ripagato dal successo che ha riscosso. Abbiamo studiato molto, tutto quello che racconta il film è verità, compresa la vita privata dei mafiosi, che è stato l’argomento su cui abbiamo più discusso. Avevamo paura che quelle scene entrassero troppo di getto interrompendo così la narrazione, ma Pif non ha sentito ragioni''.

''Non ci aspettavamo questo successo – ha poi detto Pif – che non era affatto scontato. Invece abbiamo ricevuto tantissimi complimenti, segno che qualcosa si sta smuovendo. I palermitani non escono bene da questo film, è vero, ma è altrettanto vero che erano proprio così in quegli anni. Noi palermitani dicevamo che la mafia non era pericolosa per noi. Noi siciliani dobbiamo essere più onesti degli onesti perché non ce lo possiamo permettere di essere disonesti, c’è la mafia. Su questo punto, che emerge in maniera nitida nel film, mi hanno dato ragione molti concittadini. E il messaggio è che non deve più succedere che una città si abbandoni alla mafia senza batter ciglio. Né a Palermo, né qui al centro, né al nord, da nessuna parte''.

''Quando ero bambino – ha continuato Pif, che è anche il volto e l’anima del programma su Mtv “Il testimone” - nessuno ci ha mai spiegato la mafia. E ci vergognavamo di dire che eravamo di Palermo perché nessuno ci aveva mai detto chi fossero Chinnici o Boris Giuliano, pensavamo di venire solo dalla città di Totò Riina. Avevamo degli eroi nella nostra città eppure nessuno ne parlava. E’ per questo motivo che nasce questo film, per rompere il silenzio. E’ facile, a vent’anni, voler spaccare il mondo, lottare, ma quando cresci subentrano fattori come la famiglia e il mutuo da pagare e allora lasci perdere. Ecco, questo film è dedicato a chi vuole cambiare il mondo nonostante il mutuo''.

Sul prossimo film non si sbilancia. Anzi, a dire il vero, ''perché rovinare tutto con una seconda pellicola, posso anche fermarmi qua'', ha detto al pubblico Pif. Ma è difficile credergli.






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